da Gianni Guasto
Non amo particolarmente il politically correct, vettore di troppe ipocrisie, ma ci sono due parole che non mi rammarico siano state bandite dal vocabolario per aver troppo demeritato: una di esse è l’aggettivo “ariano”, l’altra è il sostantivo “razza” quando è riferito alle differenze tra gli uomini. Per quanto riguarda gli ebrei, essi sono tali per religione, per tradizione, per cultura e per legami familiari. Più che di “razza” (termine evocatore di specificità biologiche difficilmente dimostrabili), è corretto parlare di “stirpe”.E’ vero che non tutti gli ebrei praticano la religione ebraica, ma ciò è connaturato alla vita nel mondo occidentale: in occidente esistono i “non credenti” e i “non praticanti” di svariate religioni. E tra noi atei battezzati è diffusa l’illusione di poter cancellare un passato millenario con un semplice atto di volontà. Me ne accorgo quando viaggio nei paesi arabi, che hanno una sensibilità religiosa più marcata della nostra, dove il termine “non credente” non ha cittadinanza: o si è musulmani, o si è ebrei, o si è cristiani.
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