di José Saramago (dal sito: O caderno de Saramago, grazie a Carla Bergamo)
Riconosco che la domanda potrà suonare offensiva a un orecchio delicato. Cos’è? Un semplice privato interpellando un popolo intero, chiedendogli di giustificare l’uso di un voto che, con gaudio di una maggioranza di destra sempre più insolente, ha finito per fare di Berlusconi il signore e padrone assoluto dell’Italia e della coscienza di milioni di italiani? Anche se, voglio dirlo subito, il più offeso sia io. Si, proprio io. Offeso nel mio amore per l’Italia, per la cultura italiana, per la storia italiana, offeso, tra l’altro, nella mia pertinace speranza che l’incubo termini e l’Italia possa riassumere l’esaltante spirito verdiano che fu, durante un tempo, la sua migliore definizione. E che non mi accusino di stare misturando gratuitamente musica e politica, qualsiasi italiano colto e rispettabile sa che ho ragione e perché.Mi è appena giunta la notizia delle dimissioni di Walter Veltroni. Siano benvenute, il suo Partito Democratico è iniziato come una caricatura di partito ed è finito, senza parola né progetto, come un invitato di pietra nella scena politica. Le speranze che avevamo depositato in lui sono state deluse dalla sua indefinizione ideologica e dalla fragilità del suo carattere personale. Veltroni è responsabile, certamente non l’unico, ma nell’attuale congiuntura, il maggiore, per il debilitarsi di una sinistra alla quale si presentòi come il salvatore. Pace alla sua anima.Non tutto é perduto, però. È ciò che ci dicono lo scrittore Andrea Camilleri e il filosofo Paolo Flores d’Arcais in un articolo pubblicato recentemente ne “El País”. C’è lavoro da fare insieme ai milioni di italiani che già hanno perso la pazienza vedendo il loro paese esposto ogni giorno di più al pubblico ludribio. Il piccolo partito di Antonio di Pietro, l’ex magistrato di Mani Pulite, può diventare il revulsivo di cui ha bisogno l’Italia per arrivare a una catarsi collettiva che risvegli all’azione civica della parte migliore della società Italia. È l’ora. Speriamo che lo sia.
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