da Peter Freeman
Caro Csf, sulla questione delle prossime (?) elezioni irachene, leggo che Donald Rumsfeld, segretario alla difesa degli Stati Uniti, ha avuto un’idea geniale. Dice il popolare “Rummy” che in Iraq si potrebbe anche decidere di votare soltanto nelle zone tranquille. Filosoficamente, ha aggiunto: “Nulla e’ perfetto nella vita. Se avessimo elezioni solo in quattro quinti del paese non sarebbe un dramma: e’ comunque meglio che non avere elezioni per nulla”.
E’ la vecchia massima del “meglio questo che un calcio in bocca”, che va sempre bene (sempre e comunque). Inoltre, e’ il rovesciamento della vecchia e odiosa pretesa aristocratica di rifilare brioches a chi chiede il pane: in questo caso a chi chiede pane si da’ invece della farina avariata. Pero’ Rummy mi sembra un po’ ottimista: supporre l’esistenza di quattro quinti del territorio iracheno “tranquilli” significa o includere nel computo le pur estese zone del deserto (dove e’ difficile immaginare la presenza di seggi e di file di solerti elettori), o vivere sul pianeta Papalla. Personalmente scelgo la seconda ipotesi. Cio’ detto, quelli del pianete Papalla dobbiamo tenerceli stretti: una volta neutralizzati, impedendogli di far danni in politica, non sono affatto antipatici. Anzi.
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