da Vincenzo Rocchino, Genova
“Non si possono aggredire le Istituzioni”; lo ha affermato il presidelcons all’Ansa, in occasione del perdono al suo aggressore Tartaglia; gesto nobile quello del premier; ma i “divieti”, come al solito, non riguardano la sua persona, che da sempre, aggredisce con violenza, un giorno si e l’altro pure, tutte le Istituzioni della Repubblica
da Rita Guma
Concordo sul giudizio di CSF. Noto che le api del logo volano una versodestra e una verso sinistra. Visti i propri trascorsi politici, stavoltaRutelli ha messo le mani avanti.
da Alessandro Ceratti
Capito Claudio e, se vuoi, persino d’accordo. Ma a ogni passaggio hai ristretto sempre più i limiti in cui muoversi. Arrivati a questo punto mi domando in base a cosa tu possa persino immaginare di poter fare appello alla coscienza di qualcun altro e quindi in particolare a quella di Goldoni. Tu hai la tua, probabilmente neanche tanto male. A quella tieni e di lei ti importa. Di quella di Goldoni non sai. Né com’è e neppure se c’è. Se la tua coscienza è solo tua, è inutile. Sicuramente per tutti gli altri, probabilmente anche per te.
da Alberto Arienti
Il problema non è se Dio esiste ma se vuole comuicare con noi.
Non ho mai voluto la morte di nessuno. Ma Babbo Natale deve morire. (csf)
da Paolo Cape’, Milano
State un po’ divagando. Tornerei un attimo al punto, e cioè alle decisioni della giunta comunale di Bergamo, a come vadano trattate le (numerose) persone che chiedono la carità, ecc. Il punto secondo me è che continuando a dividersi tra coloro che risolvono le questioni a suon di multe e ordinanze restrittive e coloro che si limitano a richiamare i principi evangelici, non ne usciamo. L’obiettivo comune dovrebbe essere quello di trovare soluzioni concrete a un problema concreto.
Il nuovo logo del nuovo partito di Rutelli, l’Api. Diciamolo, è una schifezza.
E pensare che ce n’era uno già pronto.
da Gino Roca
E’ vero, caro Claudio, i filosofi non scrivono facile. Sennò che filosofi sarebbero. Anch’io ci ho dovuto pensare su. Ma conoscendo i miei limiti mi sono bastate quelle cinque parole: ”Dio è una diceria immortale”. Sono solo un inutile cronista che pensa che quando uno non crede in Dio finisce per credere a tutto. Io, ad esempio, sono per il presepe e detesto l’albero, ma volterriano convinto non ho nulla contro gli atei. E contro gli alberi con le palle colorate e le lucine.
da Francesco Falvo D’Urso – Lamezia Terme
Perché allarmarsi sull’esistenza di Dio. Io non sono né ateo né credente. Ma se Dio un giorno si volesse far notare alla mia coscienza non glielo impedirei: magari non nelle tipiche vesti del Cattolicesimo, lo pregherei. Ad ogni modo una qualche intelligenza governa questo mondo, basterà scoprirlo.
da Gianni Guasto
“Noi non sappiamo quale sortiremo domani, oscuro o lieto”, ma Gasparini sì. Lui ha l’aria di sapere già che cosa accadrà domani, mentre noi siamo la polvere dei secoli. A volte, leggendo i suoi post, mi viene in mente quella canzone di Guccini che parla dei barbari “che sanno già la verità”. Ma chi saranno quei barbari? i localisti o gli immigrati? e quale società aspetta i nostri figli? Un mondo “ripulito”dai Musulmani, dai Rom (e dagli Ebrei? e dalla memoria?), o un melting pot uguale a quello di tutti gli altri? E quale lingua parleranno? Il dialetto? E per parlare con chi? E per andare dove?