da Paolo Cape’, Milano
Uno dei limiti di Travaglio, a mio parere, è di mettere sullo stesso piano questioni giudiziarie diverse. Per esempio: citare la condanna del Ministro Maroni per resistenza a pubblico ufficiale insieme a quelle per corruzione di altri uomini politici non contribuisce alla chiarezza di giudizio. Così come citare gli indagati insieme ai condannati. Secondo me sarebbe meglio concentrarsi sui fatti gravi (e ce ne sono tanti) e lasciar perdere quelli minori.
da Floriano Ghinassi, Parigi
Avevo scommesso con me stesso che Ceratti 1) sarebbe rimasto deluso dal Fatto Quotidiano e 2) avrebbe detto che favoriva Berlusconi. Non l’ho azzeccata al 100% perché pensavo che l’avrebbe detto in un solo post, invece ne ha impiegati 2 (ma perché é furbo, voleva restare nelle 500 battute). Su Muin, invece, ho toppato alla grande, mi aspettavo che di copie ne avrebbe comprate a bizzeffe e regalate a destra e a manca…
da Massimiliano De Simone, Catania.
Travaglio, Santoro e la loro comitiva, con il loro massimalismo d’antan, con il loro distinguere il mondo in buonissimi (loro e pochi altri) e cattivissimi (tutti gli altri, compreso chi non dà loro il credito che pretendono) conducono il paese proprio nella direzione auspicata dal Presidente del Consiglio. E infatti “Il Giornale” dedica ai suddetti, di regola, le prime tre o quattro pagine del numero del venerdì. E’ la vecchia storia degli estremi che si toccano.
di Gianni Guasto
Parlando di alcuni (pochi per fortuna) squallidi leccapiedi che chiedono a gran voce il Nobel per la Pace per il Petit Premier, Dan Galvano si chiede che cosa faranno alla sua dipartita, se ne chiederanno la beatificazione. Io credo invece che, una volta caduto Berlusconi, l’attribuirgli la colpa di tutto diventerà uno sport nazionale, altro che Santo Subito. E a giudicare dal numero di coloro che già ora lo votano di nascosto, per poi arrampicarsi sugli specchi in qualsiasi conversazione pubblica, credo che quelli che ammetterano di averlo conosciuto si conteranno sulle dita delle mani.
da Vittorio Grondona – Bologna
Mi ha sbalordito l’intervista che ha rilasciato ad Annozero… A volte basta un niente, un briciolo di sincerità per rendere ai miei occhi persino simpatico anche uno come lui. Spero che continui così. Nonostante Belpietro e Libero…. Ma sarà dura!
da Gianni Guasto
Se “Il Fatto”, come prevede Ceratti, crereà problemi anche a sinistra non sarà poi un gran male, perché il problema della “vacanza” politica della sinistra é destinato a durare a lungo. Se da un lato la “sinistra-sinistra” é entrata in uno stato comatoso irreversibile, dall’altro il PD deve fare i conti con un vuoto identitario che fa tremare le vene e i polsi, e che difficilmente verrà colmato dal prossimo Segretario. Non é impossibile, quindi, che in questa situazione possa nascere e acquisire peso una nuova area politica, nel cui Dna siano maggiormente rintracciabili che in passato elementi della linea genetica discendente dal Partito d’Azione. Personalmente me lo augurerei.
In ogni telegiornale i portavoce del pdl ce lo ripetono più volte. Loro non le mettono le mani in tasca agli italiani, si limitano solo a non metterci dentro i soldi. Lo scudo fiscale al 5% ne è un esempio lampante. I disonesti di grandi dimensioni hanno portato danaro all’estero, anche sporco se pensiamo a quello dei mafiosi e dei trafficanti di droga, sfuggendo alle maglie della nostra fiscalità. Per farlo hanno falsificato carte contabili di ogni tipo e la malavita ha compiuto i peggiori crimini possibili. (…)
da Alessandro Ceratti
Finalmente oggi riesco a mettere le mani sull’agognato quotidiano. Sarà che le aspettative erano altissime ma in effetti purtroppo il giornale non mantiene il colpo. I due titoli icastici della prima pagina mi danno un vago senso Feltriano (e quindi un pochino di nausea. Ma sarà senz’altro il vino di ieri sera). Anche la grafica, per quel che conta, è tristanzuola. Siamo sicuri che il carattere dei titoli debba essere davvero il Bodoni? Scelta molto elegante ma anche un po’ radical-chic, no? Forse la delusione deriva dal fatto che avrei desiderato un giornale “definitvo” e neanche Travaglio e Padellaro ne sono capaci. Detto questo, l’ho comprato, continuerò a comprarlo e invito tutti a fare lo stesso.
da Dan Galvano, Basilea
Piu’ che Berlusconi, secondo quello che ha preso piu’ mazzate finora è stato Feltri. Ascoltare poi Mentana che invita gli altri giornalisti a denunciare ogni qual volta gli viene impedito di lavorare fa un po’ sorridere. Comunque la piu’ grande rivelazione è stata scoprire che Bocchino è uguale a Stephen Colbert
Mi arrischio a fare una previsione non particolarmente difficile. Io credo che a “Il fatto quotidiano” finirà per essere controproducente per il centrosinistra. Siccome i più importanti collaboratori hanno dichiarato che non faranno sconti a nessuno (in effetti, essendo giornalisti, stanno così cercando semplicemente di far bene il loro mestiere) quando accadrà che qualche scandalo coinvolgerà esponenti del PD non useranno -giustamente- mezze misure. Soltanto che quell’elemento, avesse anche soltanto il rilievo di una pagliuzza, peserà sull’opinione pubblica molto di più delle travi che senz’altro accumuleranno contro il centrodestra. Già me li vedo Feltri e Belpietro scrivere sulle loro veline: “vedete è Il Fatto stesso a riportare la notizia”, decretando in quel modo la fine di ogni differenza tra i farabutti e le persone perbene. Quando invece accumulerà macigni nei confronti di Berlusconi & C. la reazione sarà: “niente di nuovo. Si sa che sono giustizialisti che agitano le manette in continuazione”.