da Silvia Zanotti, Modena
E’ vero che non sarebbe un “ritorno” alla democrazia, visto che non era una democrazia prima dell’invasione cinese. Era una società medievale con tutti i suoi difetti. Ma i Cinesi non hanno portato altro che una colonizzazione (violentissima, tra l’altro) che nega qualsiasi diritto ai Tibetani e garantisce servizi solo ai Cinesi che vi migrano. Per i Tibetani niente istruzione, lavoro decente, accesso agli ospedali ecc… E’ in vigore un’apartheid bella e buona. Il Dalai Lama non chiede di tornare a ciò che c’era prima dell’invasione, chiede pari opportunità. Non chiede potere temporale per sè, ma libere elezioni. Non chiede nemmeno più l’indipendenza, ma solo la libertà di praticare la loro religione e continuare le loro tradizioni. Che sarebbe una ricchezza per tutto il mondo. Inoltre, fosse per Lui, renderebbe il Tibet un unico immenso parco naturale e zona completamente disarmata, che farebbe comodo alla stabilità mondiale facendo da cuscinetto tra Cina e India. Ma questi se volete sono sogni per ora irrealizzabili.
da Vittorio Grondona – Bologna
In base all’attuale legge elettorale, criticata pubblicamente da tutti, ma che in pratica sembra essere gradita per le oscure strategie oligarchiche di Palazzo, praticamente come del resto sucede per il conflitto di interessi, la maggioranza relativa che uscirà dalle elezioni anche con un solo voto in più potrà governare l’Italia (come le pare) grazie al poco democratico premio di maggioranza. Il nostro martoriato Paese ha già sperimentato i disastri del partito unico… Davvero mi meraviglia, e nello stesso tempo drammaticamente mi sconforta, constatare che i partitoni cerchino in buona sostanza di riportarci agli anni ’20. Le elezioni secondo i dettati saggi della Costituzione hanno lo scopo di equilibrare democraticamente le forze, non di creare i presupposti per l’avvento di un moderno sistema assolutista.
Qualcuno di voi conosce Paolo Mocavini e Anna De Feo? Vediamo se la rete funziona. Da ragazza lei abitava a viale mazzini, lui a piazza mazzini. Lei andava al Lucrezio Caro a Roma. Aveva una casa al mare a Marzocca, sopra Ancona. Hanno 63-64 anni. Li ho persi di vista e non riesco a rintracciarli(csf)
da Gianni Guasto, Bogliasco
Se gli amici di Casarini tirano gelati in faccia a Caruso, se le tre oquattro sinistre radicali che corrono alle elezioni si scannano traloro, se c’é chi invoca l’ulteriore aumento delle tasse per finanziareuna rediviva scala mobile che ci manderebbe fuori dall’Europa, allorauna cosa é certa: la Sinistra radicale, che già ha dato ampia prova dinon aver alcun progetto per governare il Paese, non ha obbiettivi al difuori di quello di sottrarre un po’ di voti ai partiti concorrenti, perArcobaleno, PCL, e Sinistra Critica é in arrivo una disfatta diproporzioni bibliche.
da Federica Pirrone via silviapalombi
E’ finita, siamo tornate a Tripoli e domani mattina ciascuna prenderà il proprio volo per casa. La notte scorsa abbiamo dormito tra le dune color gianduia di Ubari, uno sciacallo ha fatto la guardia alle nostre tende fino all’alba. Stamattina abbiamo salutato il deserto rotolando giù dalle distese sabbiose più ripide, le nostre guide si sono commosse e anche noi. Bye bye Tenerè, arrivederci deserto. E grazie.E quando l’Africa ti è entrata dentro non esce più. Benvenuta tra noi Federica. (NdR)
da Mario Strada
Ho letto il post di Serpieri ed il parere degli altri amici. Suggerireidi leggere gli interventi di Veltroni e di Berlusconi in termini diComunicazione. Tutto il resto e’ ininfluente. Berlusconi devediscostarsi dall’immagine proiettata nel passato: un po’ per smarcarsida Veltroni che lo accusa di rappresentare il vecchio, un po’ perattirare il potenziale elettorato di centro. Cosi’ cerca di essererassicurante e non barricadero, padre e suocero appetibile invece chepartner focoso e galante, prudente (apparentemente) nelle promessepiuttosto che mago del miracolo. Non conta quello che dice (ilcontenuto) conta l’immagine (la forma) che deve essere diversa da quellaprecedente e rassicurante. Ma nella continuita’: ecco allora chepotrebbe essere il figlio a sposare la precaria (e non lui stesso),saranno i figli che investirebbero in Alitalia e non lui direttamente.Questa, finora, la sceneggiatura che sta recitando: le frasi e lebattute sono conseguenti. Ecco il link a due articoli (di Ceccarelli eGiannini) che potrebbero chiarire alcuni aspetti.http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=HH80Chttp://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/080321/hj5iq.tif
da Massimo Bolchi, Milano
Gentile signor Vittorio Grondona, senza alcun intento polemico le segnalo che considerare “informazioni ufficiali” quanto detto da politici e “illustri ospiti televisivi” (entrambe le categorie frequentemente parlano a ruota libera, Carlucci docet) è quanto meno una sopravvalutazione. Alitalia è una società quotata; i suoi dati di bilancio sono pubblici e liberamente consultabili sul sito corporate dell’azienda. Nell’Annual Report and Consolidated Finacial Statement for Business Year 2000, a pag. 17, c’è scritto che la perdita netta dell’anno ammonta a 494.977 milioni di lire.
da Emilio Pierini – Porto Recanati
A volte il sadismo del sub comandante sprizza da tutti i pori. Lui che ha il potere della censura e della non pubblicazione dei post che gli arrivano, avrebbe potuto tranquillamente cestinare le evidenti ingenuità scritte da Serpieri sul nano più alto del mondo. Invece no, quando si è visto nella sua posta in arrivo il post “Soluzioni” un sorriso sadico è apparso sotto il suo viso barbuto. Poteva cestinare, invece lo ha mandato al patibolo. E la ghigliottina ha svolto il suo compito…..
Per mantenere alto il prezzo della frutta e della verdura durante il periodo di massima produzione bisogna far soffrire il mercato tenendo nei grandi frigoriferi il prodotto fino a provocarne urgente richiesta. Così si è fatto con l’Alitalia. Prima hanno trovato il modo di farle perdere credibilità e guadagno, poi per proteggerla dal fallimento (sic) l’hanno messa in svendita. L’asta è andata quasi deserta fino a rimanere un solo aspirante compratore, il quale ovviamente ha calato ancora il prezzo. A questo punto sbucano gli affaristi di mestiere che con la scusa di salvare la compagnia di bandiera intendono accaparrarsi il grosso affare. Questa è la prima ipotesi. La seconda potrebbe essere la mossa finale di forte effetto popolare per vincere le elezioni. Mossa strategica come l’abolizione dell’ICI.
Il post della gentile Signora Cristina Sabbatini mi ha invogliato a tornare sul discorso del voto utile la cui prima parte è scomparsa nei meandri della rete web. Io penso che non votare sia un’umiliante sconfitta. Una comoda scusa per lasciare ad altri la responsabilità delle cose che nella società ci riguardano invece tutti. Sono contrario al voto utile così come acclamato dal duopolio autocostruitosi alla guisa di due squadre di calcio, i cui due aspiranti ducini da bravi imbonitori fanno certe promesse che anche il più sprovveduto degli elettori sa già da ora con certezza che non saranno mantenute. Bisogna guardare ai fatti reali che ci circondano. Chiedersi per esempio come mai alcuni datori di lavoro o alcuni professionisti a 150 euro a botta di 10 minuti, pur denunciando al fisco meno di quanto carpito a forza ed in anticipo ad un operaio direttamente dalla busta paga, conducano vita lussuosa mentre lo stesso operaio con quello che gli rimane dello stipendio non riesca nemmeno ad arrivare alla metà del mese. Cara signora Cristina Sabbatini, difenda i più deboli e si accorgerà che il suo voto non sarà stato inutile, ma anzi molto, molto necessario.