dall’avv. Lina Arena
Se denunciare i difetti dell’azienda dove si presta lavoro dipendente può costare caro in termini di licenziamento , non si capisce dove la mafia comincia o finisce.Se il silenzio sulle malefatte della sanità, constatate dall’interno, può costare caro, che senso hanno gli inviti delle autorità a denunciare le illegalità?A questo punto, il cittadino è posto tra due contraddizioni: denunciare e perdere il posto di lavoro oppure coprire chi malversa o vive nella illegalità.Lo dice la Cassazione? E’ una vera e propria tragedia degna di passare alla storia con un libro di Saviane.
Prima giornata in Etruria. Insieme a Lorenzo Sganzini, direttore della rete culturale della Radio Svizzera Italiana, parto da Veio. Dovremmo andare a piedi ma in realtà ci spostiamo da un sito all’altro su un pulmino Ducato dell’Avis. Veniamo puniti perché dopo un’ora esplode il finestrino posteriore destro e dobbiamo cambiare mezzo. Pensiamo subito che sia l’ennesimo mistero etrusco e che magari ci sia una qualche maledizione che ignoriamo. Siamo appena usciti infatti dall’area sacra dedicata alla dea Menerva, dal tempio nel quale fu trovata un ottantina di anni fa la splendida statua in terracotta di Apollo. Dopo il santuario andiamo in località Campetti dove sono in corso gli scavi affidati al professor Carandini dell’università di Roma: una zona di acque e di culto. Insomma un centro benessere dove si pregava e si guariva. Gli studenti ci raccontano di un’iscrizione votiva in cui qualcuno ringraziava Ercole e le acque di averlo guarito dalla malaria. Qualche chilometro e siamo a Ponte Sodo, uno dei posti più romantici d’Italia, un torrente che entra in un tunnel di 70 metri scavato del tufo dai veientani più di 2500 anni fa. E poi l’Acropoli, i muri della cittadella, la tomba del fondatore, il primo piano regolatore del mondo. Accompagnati dalla direttrice del Museo etrusco di Villa Giulia Francesca Boitani e dal nostro esperto, l’etruscologo Giuseppe Della Fina, finiamo la giornata con un’emozione forte. Entriamo nell’ultima tomba scoperta in zona, una tomba incredibile, la più antica tomba etrusca dipinta, quattro leoni ruggenti e tante papere. Disegni colorati e bellissimi e la sensazione di vedere cose che nessuno, finora, può vedere. Una tomba scoperta dai carabinieri dopo che un tombarolo pentito ne aveva indicata l’ubicazione per ottenere dal tribunale una condanna più mite. Per oggi è tutto. Domani Cerveteri. (csf)
Riascolta la prima puntata.
da Pino Granata
Bagnasco dice che il nostro Paese è in grave crisi morale e che casa e lavoro sono il problema principale. Ho 65 anni e lavoro da quando ne avevo tredici. Nel 1954 quando emigrammo, si proprio così, dalla Sicilia a Milano, mio padre con i pochi risparmi che avevamo si comprò una casa, perchè nessuno avrebbbe affittato una casa decente ad una famiglia siciliana con 4 figli piccoli. Mio padre faceva il muratore e lavorava 12 ore al giorno per pagare il mutuo della casa. Mia madre cuciva delle camicie da notte per poche centinaia di lire al giorno. A 13 anni cominciai a lavorare senza neanche aver finito le medie e nessuno venne a dire ai miei genitori che avrei dovuto finire le medie. Veramente non avrei neanche potuto lavorare perchè non avevo ancora 14 anni. Ma a quei tempi non si guardava per il sottile e nessuno venne mai a controllare nei posti dove lavoravo. Le officine dove lavoravo erano posti orrendi senza spogliatoi, mense e cose che oggi si danno per scontate e che allora invece erano grandi conquiste. Beninteso io non ero l’eccezione. Mio padre aveva cominciato a lavorare a 9 anni e faceva il muratore con il padre. I lavori che facevamo io, mio padre ed i miei fratelli oggi li facciamo fare agli extracomunitari. (…)
da Alessandro Ceratti
Chi ha votato per Fini, Bossi, Berlusconi ecc. non l’ho neppure preso in considerazione. Faccio presente che io non ho votato per De Gregorio, ma per Di Pietro, così come chi ha votato per Rifondazione non ha votato per Caruso, ma per irfondazione appunto.
da Emilio Pierini
Il demagogico destrorso populismo che mi è proprio mi spinge a fare alcune brevi considerazioni sulle ultime dichiarazioni del ministro Ferrero che incita gli immigrati a manifestare in piazza perché, dice lui, sono “incazzati come bestie”: a) 30 dei 52 posti disponibili dell’asilo nido del paese dove risiedo sono stati assegnati a figli di immigrati. Amici italiani che guadagnano cifre normalissime si sono visti rifiutare il posto per il proprio figlio e pagano baby sitter a peso d’oro.b) Nel comune dove abito, tutti gli anni, l’ufficio economato, piange per i buchi economici che la gestione economica della mensa scolastica comporta a causa del mancato pagamento dei relativi bollettini da parte delle famiglie di immigrati. Il risultato e’ che, irrimediabilmente, chi paga regolarmente, l’anno successivo si vede aumentato il prezzo di un buono pasto scolastico per far fronte all’ammanco.(…)
da Floriano Ghinassi
Mi rendo conto che sono troppo ingenuo, ma per smontare il complotto “Nessun aereo é caduto sul Pentagono” non basterebbe uno straccio di testimone oculare che dicesse “Si, ho visto l’aereo che si schiantava”? È a Washington (o meglio, Arlington), mica nel deserto…
da Pier Franco Schiavone
Franco Vota dice che Bin Laden era o è, un uomo delle caverne e pertanto incapace di organizzare un attentato simile. I suoi uomini si sarebbero allenati con le play station, in realtà sembra che siano stati addestrati regolarmente da tecnici americani. Vota pensa che 5 persone determinate e addestrate ad uccidere non siano capaci di tagliare la gola a qualche assistente di volo e a due piloti, contando anche sulla sorpresa. È un pregiudizio di noi occidentali credere che gli attentati si organizzino nei salotti e solo se si hanno gli occhi azzurri e i capelli biondi. Eppure in Iraq bande di cavernicoli alla Bin Laden tengono in scacco l’esercito più moderno e attrezzato del mondo. C’è una vena inconsapevole di razzismo in tutto questo. Abbiamo tutti visto in TV Bin Laden in una riunione con dei mullah, rivendicare sorridente l’attentato. Somigliamo tanto ai Romani del declino che pensavano: abbiamo la tecnologia, la scienza del diritto, le città più belle, l’esercito più organizzato, gli dei dalla nostra parte, nulla puó minacciare le due Roma; intanto in qualche caverna del centro dell’Europa nasceva Odoacre.
da Paolo Beretta
Non so cosa sia cascato sul Pentagono l’11/9, se un Boeing, un UFO o un tacchino di novanta chili. Quello che so è che una struttura del genere deve essere circondata da più telecamere di quante ce ne siano nelle stanze del Grande Fratello, quindi, porca miseria, qualsiasi cosa ci è cascata sopra la voglio vedere, bella nel suo splendore del videotape digitale, attimo per attimo, magari anche alla moviola. Altrimenti, ogni ipotesi è buona, dal Boeing al tacchino ad un attacco di termiti addestrate da Al Quaeda. E le foto prese subito dopo il botto certo non aiutano a fugare i dubbi.
da Vincenzo Rocchino, Genova
E’ più facile vedere passare un cammello per la cruna di un ago, che un Boeing attraversare il ridicolo buco del Pentagono provocato “non si sa da che cosa”. Questa forma dubitativa è mia, e credo che sia assolutamente del caso, vista la totale mancanza di qualsiasi indizio (parti di aereo, bagagli resti umani etc) a dimostrazione dell’avvenuto impatto di un qualsiasi aereo sul Pentagono. Chi ha volato su un Boeing conosce le effettive dimensioni di quell’aereo; inoltre in tutti i disastri aerei, meno naturalmente che per quello presunto del Pentagono, per molte centinaia di metri dal punto dell’impatto, si possono osservare, rottami, bagagli, e resti umani. Quello del Pentagono era un aereo occupato evidentemente da fantasmi e senza bagaglio.
da Isabella Guarini
Eh,eh! Siamo alla lista griffata come le borse. Anche se l’ idea non è nuova, le liste di sinistra con il marchio Grillo hanno un significato molto diverso dalle altre perché sono figlie del blog. Ecco il punto d’arrivo possibile della comunicazione da blog, che è anche punto di partenza. I blog sono malvisti prerché imprevedibili nei risvolti che possono avere, ma più di tutto spaventa il fatto che i partecipanti al blog sono adespoti.