da Daniele Tenerani (http://vivaelbarca.blogspot.com)
3 mesi fa decido di mettere il telefono a casa e fra le varie offerte scelgo Fastweb. Richiedo l’attivazione di una nuova linea telefonica e i gentili signori del call center mi comunicano che nel giro di una settimana sarebbe arrivato tutto l’occorrente ed avrei avuto l’attivazione. Passano 2 settimane e nessuno si fa vivo. Chiamo e mi dicono che ci sono problemi e nel mio “distretto” devono “liberarsi delle risorse”. Mah… Peccato che nessuno mi aveva detto questo prima. Anzi, mi avevavo garantito che in una settimana avrei avuto la nuova linea. Passa un altro mese e niente accade. Spazientito, inoltro un reclamo online. Mi rispondono via mail dicendo che i primi giorni di marzo avrei avuto il tanto sospirato telefono. Invece a metà marzo ancora nessuno si era fatto vivo. A questa presa in giro c’era un unico rimedio: raccomandata con comunicazione di recesso. Ricevono la raccomandata e, allarmati, mi chiamano subito. Un solerte impiegato si scusa, è “mortificato”. Non capisce come sia potuto accadere. E, se ancora potevo concedere una possibilità, mi assicura che entro 7 giorni avrei avuto la nuova linea telefonica. I 7 giorni scadono oggi. Si è fatto vivo qualcuno? Nessuno! Questa è Fastweb. Il fiore all’occhiello delle imprese di telecomunicazioni d’Italia. Complimenti vivissimi. E’ giovane e sa, come insegna la customer satisfaction, come ci si relazione con il cliente… Fastweb: un’esperienza da dimenticare.
da Alessandro Ceratti
Urbani ci dice che negli USA 100 pillole di aspirina costano 0.74€ mentre in Italia 10 vengono a 2.95€. Non conoscevo la circostanza, ma non stento affatto a crederci. La sproporzione di prezzo comunque va al di là di quanto mi sarei mai potuto aspettare. Detto questo dobbiamo rimproverare la Bayer di questa circostanza? Dobbiamo cioè rimproverare una azienda che ha per suo statuto ufficiale quello di ricavare profitto di riuscire a farlo ottimamente in Italia? Io credo che da rimproverare siamo piuttosto noi stessi che adattiamo a pagare 40 volte più caro qualcosa che può essere venduto con profitto 40 volte meno caro. Questo è un caso classico in cui avremmo molto da imparare dagli americani, i quali hanno ottenuto quel prezzo non certo violando il brevetto o imponendo il prezzo dirigisticamente dall’alto.
da Paolo Beretta
Premesso che, nel mio lavoro di sistemista, mi capita spesso di parlare di “topo” e non di “mouse” (lo trovo più simpatico), mi vanno bene gli inglesismi nella lingua italiana, ma quando sento dei commerciali CHE INVECE DI DIRE “previsioni” dicono “forecast”, scusate tanto, ma my balls start spinning…
da Pier Franco Schiavone
Quando questo blog, prima o poi, chiuderà, la signora Arena ci dirà finalmente chi è, nel senso che svelerà tutta se stessa. Credo che è effettivamente anticomunista (da ex, e gli ex sono i più crudeli, come quelli che smettono di fumare), credo che nutra una sincera antipatia per la sinistra Italiana, credo anche che sia filo-americana. Però l’esasperazione del suo linguaggio a volte mi fa ritenere che ci giochi, che lei sí, faccia provocazione. La storia delle tre bandiere sul balcone è chiaro esempio di ostentata eccentricità. Sono stato negli Usa e, a Boston, ho visto una bandiera persino su un altare, ma tre tutte insieme su un balcone, no. La disperata richiesta di gratificazione all’Ambasciatore è un capolavoro d’ironia. Brava. Posso venirla a salutare semmai un giorno capitassi nella splendida Catania?
Trovo insopportabile lo spamming da auguri. Possiamo evitarlo? A proposito. Buona Pasqua (csf)
Sono in Cermania da un paio di giorni per commemorazioni varie. Ho potuto cosi´ controllare lo stato del mio tetesco. Pessimo. Una serata al ristorante. Ho detto solo noch eins kölch, credo che si scriva cosí. Io comunque volevo dire che volevo un´altra birra. Sono salito in cima al duomo di Colonia, 509 gradini, tempio del dio immanente e onnipotente. In cima le guglie erano tutte rotte. Non oso pensare quando cascano. Poi sono andato nel grande negozio Globetrotter, avrei comprato tutto. Mi sono accontentato di un sacco a pelo, di uno zainone, di due lampade da alpinismo, di un telo da campeggio, tutta attrezzatura che sará indispendabile per la lunga marcetta che partirá il 6 giugno. Poi sono andato nel negozio Mefisto e mi sono sparato due paia di scarpe (ma un vero uomo calza scarpe Mefisto e calze Gallo e non bada a spese). Fortunatamente si é fatto tardi e sono tornato a casa di mia cognata Elisabeth. Oggi trasferimento in treno a Neuenkirchen, Westfalia. Circondato da parenti tedeschi ho detto qualcosa di piú, ich mag coffee gern, bitte, preferisco il caffé o qualcosa del genere. Pranzo e biciclettata, 20 km, sotto la pioggia. Domani compleanni vari. (csf)
Claudio Rinaldi per “L’espresso”
“Si è trattato di un provvedimento emergenziale e non ad personam”. Francesco Pizzetti, il cosiddetto Garante della privacy, adesso si difende così. Più passano i giorni, però, più il suo editto del 15 marzo appare assurdo. Come dimenticare quella raffica di divieti? Proibito diffondere “dati personali che si riferiscano a fatti e condotte che non hanno interesse pubblico”, oppure “eccedenti rispetto all’essenzialità dell’informazione”, oppure attinenti a “particolari della vita privata delle persone in violazione della tutela della loro sfera sessuale”…Prima ancora che pericolosa, la pretesa di mettere il bavaglio alla generalità dei mass media era anacronistica: nel mondo di oggi, affamato di comunicazione oltre che votato alla trasparenza, tenere nascosta a lungo una notizia capace di stimolare la curiosità collettiva è impossibile. Suonava rozzamente intimidatorio, poi, l’accenno a possibili pene detentive per i giornalisti che non si fossero piegati al diktat. Superata la presunta emergenza, rimane una domanda: davvero il provvedimento di Pizzetti non era confezionato su misura per qualcuno? Davvero non mirava a impedire che venissero date alle stampe le foto di Silvio Sircana, portavoce del governo, fermo in auto davanti a un trans? Non prendiamoci in giro. È un fatto che i divieti, per ammissione dello stesso Garante (già consigliere giuridico di Romano Prodi in passato), riguardavano unicamente l’inchiesta su Vallettopoli in corso a Potenza: buffo, no? Ed è un fatto che sono scattati soltanto dopo le rivelazioni del ‘Giornale’ sul caso Sircana, mentre nei giorni precedenti a proposito di personaggi tipo Aida Yespica e della loro intimità si era scritto letteralmente di tutto senza che il buon Pizzetti facesse una piega.Ma inquietante è stata anche la disinvoltura con la quale si è evitato di tenere nel dovuto conto la Costituzione. Il dettato dell’articolo 21 è chiarissimo: “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Ebbene, qual è lo spirito di queste parole? Pare evidente come a nessuno sia consentito stabilire a priori che cosa si può pubblicare e che cosa no. Se qualche norma viene violata, dunque, si comminino senza indugio le giuste sanzioni; ma non si ceda più alla tentazione di improvvisare direttive che di fatto configurano una sospensione della libertà di stampa.
Claudio Rinaldi, un grande (csf)
Sabato ore 21,30 – Party Obama -Di Ciaccio
La campagna per il sindaco di Gaeta incrocia quella del candidato americano.Un sostegno transoceanico che unirà Luca Di Ciaccio, l’autorevole outsider candidato alla guida della città pontina e uno dei candidati democratici americani.Il gemellaggio si concretizzerà sabato 31 Marzo presso la sede del comitato elettorale di Di Ciaccio in Via dei Latini,82 a Roma. Sono invitati tutti i sostenitori di questo inedito ticket, chi conosce e condivide i pogetti dei due candidati e tutti quelli che vogliono partecipare a questo progetto di campagna. Durante la festa, che seguirà in collegamento quella americana, tra tiella gaetana e vino del lazio, verrà anche lanciata l’asta per acquistare i gadget esclusivi di Luca Di Ciaccio, occasione unica per accaparrarsi le magliette con Di Ciaccio e le idee della sua campagna.
Il party Obama- Di Ciaccio verrà ripreso dalla telestreet di Gaeta Tmo che la trasmetterà la domenica.
Anche il party Obama – Di Ciaccio fa parte della campagna elettorale e del progetto Spaghetti spin doctors, un progetto di Daniele Di Veroli, giovane regista e producer, che si propone di raccontare la comunicazione politica in Italia seguendo il gruppo di collaboratori che affiancheranno Di Ciaccio in questa importante sfida. Collabora alla candidatura l’associazione Ops – Open Political Space, di cui fanno parte gli spin doctors scelti da Di Ciaccio, un’associazione culturale senza scopo di lucro che ha come obiettivo la strutturazione e l’applicazione di nuove metodologie di ricerca qualitativa per indagare il rapporto tra Società e Politica nell’Italia d’oggi.
da Isabella Guarini
Caro CSF, a proposito di latino, ho messo su Blogbook “Dedalus” di Joyce. Nel romanzo il latino è simbolo del potere costituito. Oggi, con la globalizzazione incombente, la riscoperta della lingua latina potrebbe essere un mezzo per dare identità storica all’Unione Europea. Del resto topo in latino si dice mus, aggiungendo una “o” e una “e” in finale, abbiamo l’anglo-americano “mouse”.
dall’avv. Lina Arena
E’ dall’11 settembre 2003 che faccio sventolare dai miei balconi tre belle bandiere americane.Mentre i miei avversari politici hanno trovato da ridire e da ridere nessuno dei filoamericani italiani o filoamericani-americani mi ha rivolto un segnale di apprezzamento e di riconoscenza per il coraggio che ho manifestato.In alcuni momenti di particolare turbolenza della vita politica internazionale mi accade di notare che le macchine prendono il largo e che non degnano di attenzione il posteggio solitamente occupato sotto i miei balconi. Poichè l’indifferenza delle autorità americane mi provoca fastidio, chiedo che l’ambasciatore americano attenzioni il mio coraggio e lo ritenga degno di lode. E’ troppo destare l’attenzione di Rudolph Sfogli che vive a Roma e che magari getterà uno sguardo sfottente su questo blog? Vorrei essere premiata con una targa o con una lapide. Si equivalgono.