da Massimo Teodori
IL RICONTEGGIO DEI VOTI: una decisione dissennata che non approderà a nulla e getterà discredito sulle istituzioni.
Questo articolo di Massimo Teodori sarà pubblicato domani sul Riformista
Camera del Lavoro, Sala Di Vittoriocorso di Porta Vittoria 43 Milano
Marco TravagliopresentaLa scomparsa dei fattiil Saggiatore
intervengono Massimo Fini e Gian Antonio Stellamodera Gianni Barbacetto
Si prega di abolire le notizie per non disturbare le opinioni
«C’è chi nasconde i fatti perché non li conosce, è ignorante, impreparato, sciatto e non ha voglia di studiare, di informarsi, di aggiornarsi. C’è chi nasconde i fatti perché ha paura delle querele, delle cause civili, delle richieste di risarcimento miliardarie, che mettono a rischio lo stipendio e attirano i fulmini dell’editore, stufo di pagare gli avvocati per qualche rompicoglioni in redazione. C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti non lo invitano più in certi salotti, dove s’incontrano sempre leader di destra e leader di sinistra, controllori e controllati, guardie e ladri, puttane e cardinali, principi e rivoluzionari, fascisti ed ex lottatori continui, dove tutti sono amici di tutti ed è meglio non scontentare nessuno. C’è chi nasconde i fatti perché contraddicono la linea del giornale. C’è chi nasconde i fatti anche a se stesso perché ha paura di dover cambiare opinione. C’è chi nasconde i fatti perché così, poi, magari, ci scappa una consulenza col governo o con la Rai o con la regione o con il comune o con la provincia o con la camera di commercio o con l’unione industriali o col sindacato o con la banca dietro l’angolo. C’è chi nasconde i fatti perché è nato servo e, come diceva Victor Hugo, “c’è gente che pagherebbe per vendersi”». Marco Travaglio racconta lo stato dell’informazione in Italia: un’informazione programmaticamente svuotata di contenuti, malata di revisionismo, corrotta, mercenaria, sostanzialmente menzognera.
da Pino Granata
Non riesco a pensare a Welby ed agli altri che chiedono di morire. Certoè difficile mettersi a loro posto è giudicare se vale la pena dicontinuare in questa non vita. Però mi domando se Welby e gli altri inquesta non vita non abbiano momenti in cui la bellezza della vita sirivela loro e che forse vale la pena di continuare a vivere perquell’attimo. Una mia amica ha la mamma che da tre anni vive in stato dicoma e mi dice che mai lei avrà la forza ed il coraggio di chiedere aimedici di staccare. Non so e spero di non trovarmi mai nella situazionedi decidere se mettere fine ad una vita-non vita.
da Pier Franco Schiavone
Ceratti dà dello spirito semplice a Silvia dimenticando, a sua volta, una considerazione estremamente semplice. Caro Ceratti si può peggiorare senza dover necessariamente morire. Potrebbero aumentare le sofferenze di Welby fino al punto di non potere nemmeno esprimere la sua libera volontà. Pensa solo a quante persone vivono allo stato vegetale, totale, per anni. Come vedi non sono poi così peregrine le preoccupazioni degli amici e dei familiari di Welby. Forse su argomenti cosí delicati, non è opportuno cercare contraddizioni che non esistono.
Cadete tutti nelle provocazioni come dei piccioni. Il buon Ceratti aveva soltanto fatto notare come le invocazioni a dare la buona morte a Welby potessero essere in contraddizione con l’invocazione a fare presto, prima che muoia.A questa contraddizione si poteva e si può rispondere in vari modi, non ultima la considerazione che forse Welby sta facendo tutto questo non per sé ma per gli altri. Cosa che io credo. (csf)
da Gianni Guasto
Non amo particolarmente il politically correct, vettore di troppe ipocrisie, ma ci sono due parole che non mi rammarico siano state bandite dal vocabolario per aver troppo demeritato: una di esse è l’aggettivo “ariano”, l’altra è il sostantivo “razza” quando è riferito alle differenze tra gli uomini. Per quanto riguarda gli ebrei, essi sono tali per religione, per tradizione, per cultura e per legami familiari. Più che di “razza” (termine evocatore di specificità biologiche difficilmente dimostrabili), è corretto parlare di “stirpe”.E’ vero che non tutti gli ebrei praticano la religione ebraica, ma ciò è connaturato alla vita nel mondo occidentale: in occidente esistono i “non credenti” e i “non praticanti” di svariate religioni. E tra noi atei battezzati è diffusa l’illusione di poter cancellare un passato millenario con un semplice atto di volontà. Me ne accorgo quando viaggio nei paesi arabi, che hanno una sensibilità religiosa più marcata della nostra, dove il termine “non credente” non ha cittadinanza: o si è musulmani, o si è ebrei, o si è cristiani.
da Santi Urso
La supplico di togliermi una curiosita’ (che assilla anche Maxidia,la badante oriunda rumena, semita residente nella localita’ giulianadi Banne): ma Lei ci e’ o ci fa? Davvero Lei non si e’ accorto che iltalk show (blog show, forse meglio) sugli ebrei ha assunto sfumature(anche laterali) agghiaccianti?O forse e’ un effetto collaterale (oculatamente coltivato) dellameritata notorieta’ del Suo salotto?cordialita’ onfalo-dalemiane (mi aiuti a convincerlo che senza ilcentro non si va da nessuna parte)
da Virgilio Mancini
Oggi il sud-coreano Ban Ki-moon è stato ufficialmente designato comesegretario generale delle Nazioni Unite e dal primo gennaio del 2007succederà a Kofi Annan. Che dire del buon Kofi? In un mondo che havissuto momenti davvero difficili tra terrorismo, unilateralismoamericano e fame persistente, direi che tutto sommato Annan non neesce male. Ha sempre tenuto la schiena dritta di fronte allespacconate di Bush, ai deliri di Ahmadinejad e alle tante critiche,talvolta meritate ma molto più spesso strumentali, che gli sonopiovute addosso nel corso di questi duri anni. In conclusione, io lometto volentieri tra i “buoni”.
da Alessandro Ceratti
Silvia, spirito semplice, stavo semplicemente dicendo che se lo strazio èbene che sia breve, non importa se a renderlo tale è un nostro interventodiretto o semplicemente il corso naturale degli eventi. Anzi, direi che ilsecondo caso è preferibile. Ciò che biasimavo era l’idea di dover far prestoa ucciderlo, prima che morisse naturalmente.
da Isabella Guarini
Caro CSF, non c’è che dire il Ferdy nazionale è fotogenico, forse più di quando aveva i capelli neri ed era sempre presente ai dibattiti televisivi della prima repubblica, tanto da attirare le frecciatine avvelenate degli appartenenti all’ex PCI. Da figlio d’arte della politica, il Ferdy è passato indenne nella seconda repubblica e ora spera nella terza, rivelandosi un uomo “senz’anima”, disposto a perdonare, negli altri, il male e non il bene ricevuto.
La signor Gandus si sorprende che qualcuno faccia fatica a considerare gliebrei ebrei anche quando sono nati in Italia e parlano italiano. Questionedi religione, lei dice. Però non è così. Beratta dice che per diventareebreo basta convertirsi. Ma non è così. Uno ebreo ci nasce, e non ci puòdiventare. O almeno, parecchi ebrei ortodossi sono convinti che sia così.Inoltre, proprio perché ci si nasce la religione c’entra punto o poco. Unesempio? Freud e Marx sicuramente erano ebrei ma altrettanto sicuramente nonerano di religione ebraica. Per volare un po’ più basso: Woody Allen. Aihmé,che siano proprio una razza? (ecco l’ho detto, e adesso si apriranno lecateratte del cielo)