(da Affari Italiani)
da Alessandro Ceratti
Non scherziamo! Io al referendum ho votato NO. Ciononostante nella mialettera credo soltanto di aver espresso un dato di fatto, il che è moltodi più di un’opinione. Sarà che son lombardo, ma io per certi versi ileghisti li capisco. Poi, se Dio ci avesse voluto risparmiarel’esperienza di Castelli e Calderoli ministri e Bossi segretario,ecco… gliene sarei stato grato.Quanto poi all’influenza straniera in Italia…be’, prego (già che hotirato in ballo Dio) che l’Unione Europea si rafforzi sempre più.P.S. Avete poi notato come l’articolo di M. Fini in Documenti siavvicini per tanti versi a quello che ho cercato di esprimere io?
Pronto…ci sei ancora?di Muin Masri – Lochness Libriwww.lochness-libri.it
Quello che i giornali e le tv non vi possono raccontare da Nablus.Racconti, ricordi – di guerra e, sorprendentemente, di pace.…potevo nascere in Africa e raccontare il profumo dell’alba, o nella foresta del Sud America e dipingere il rumore del silenzio, o in Tibet ad ascoltare la pace di suoi monasteri o in Italia a sognare com’è bella la vita, ma sono nato a Nablus e, tutto sommato mi è andata anche bene!…non sono cosi ricco, cosi vecchio e matto come CSF da devolvere il tutto per Emergency, ma solo il dieci per cento, altri dieci per cento sono per Suor Stefanina e la sua Africa e i restanti sono per la pizza e chinotto dei ragazzi…
da Carla Bergamo
Non basta essermi presa del “coglione”, dell'”indegno”, dello “schifoso”. ..ora ci si mettono pure i tedeschi che, in un articolo su Der Spiegel, approfittano dell’episodio Grosso per insultare gli Italiani con i peggiori epiteti…mi stanno un po’ stancando ‘sti crucchi e la loro supponenza. Mi viene in mente quell’estate passata in Germania, molti anni fa, quando un amico tedesco ridendo mi chiamò di “Ammazza-passeri” (insinuando che gli italiani si divertivano a cacciare e mangiare i poveri indefesi uccellini); niente male per un popolo che meno di trent’anni prima arrostiva esseri umani. Forse è ora che ci scrolliamo di dosso questo fastidioso senso d’inferiorità nei confronti di chiunque ci insulti, per non parlare della nostra forse eccessiva autocritica.. Coglione, passi. Ma parassita e viscido! …non ci sto.
da Guglielmo Venturi
Eh, no caro Arienti. La sua esemplificazione su fermata del tram e viabilità non mi sembra corretta, anzi pedestre. Si fa presto a parlare di viabilità tout court, riferendosi magari alle solite banalità quali mezzi pubblici, corsie preferenziali, ticket d’ ingresso in centro ed altre quisquiglie del genere. La viabilità va inquadrata in un più ampio contesto, nel quadro di piani urbanistici sistemici e integrati concepibili solo a livello regionale, conto tenuto delle stratificazioni socio economiche dei segmenti abitativi, nella misura in cui si intenda affrontare sinergicamente il macro problema occupazionale unitamente al micro fenomeno della microcriminalità, che veda a valle una sera analisi econometrica delle forze attive ed a valle la ricaduta sui consumi alimentari e non, unitamente a quel fenomeno, tipico delle società liquide, della problematica derivata della precarietà che solo qualche vetero economista neocon si ostina a chiamare surrettiziamente flessibilità, nel quadro più ampio di una crescente perdita di competitività internazionale e calo della produttività per ora lavorata. A proposito, il 33 ferma in Piazza Bottini e passa ogni dieci minuti: Ogni venti nei festivi.
Esistono località baciate dalla fortuna, anche se per eventi spesso drammatici: Solferino, Custoza, Monte Nevoso, Vittorio Veneto, Waterloo…Avrebbero vissuto in un discreto anonimato, ma un evento breve e significativo le hanno portate alla ribalta della storia e della toponomastica. Il mio riverente pensiero va in queste ore alla piccola comunità di Lorenzago, località montana presumo definita, come tutte le consimili, “ridente”.Gli abitanti devono provare un senso di frustrazione e di amarezza. Già pregustavano tante piazze Lorenzago, viali Lorenzago, calli Lorenzago, e si apprestavano a ricevere schiere di storici alla caccia dei reperti del soggiorno dei 4 saggi costituenti nel famoso Casal Tremonti. E invece ce ne dimenticheremo presto. Solo qualche burlone, per allietare grigie serate, ricorderà la storiella dei 4 carneadi in braghette corte, calzini corti e neuroni corti. Rinchiusi in una casupola con annesso fienile, cucina, bilocale e servizi in corte, stesero un prolisso e sgrammaticato documento che spacciarono come “riforma costituzionale”. E per la grassa risata finale racconteranno di tal Calderoli che in una torrida domenica di giugno si recò a votare in bermuda, quelli di Lorenzago, “perché gli portavano fortuna”. Come un imbolsito tifoso coi capelli bianchi e radi che va allo stadio col suo logoro cuscino a pois, con l’immagine di Papa Giovanni, “perché, sa,quella volta ad Amburgo…”
da Vittorio Grondona – Bologna
Di solito prima di scrivere mi informo sui fatti che cito. Certo che se si volessero analizzare tutte le dichiarazioni che Lidia Menapace ha rilasciato durante i suoi 82 anni di vita, troveremmo sicuramente che molte di esse urlano disperatamente, ma giustamente penso io, contro la guerra e il militarismo guerrafondaio. Tutto è relativo e contestuale alle subdole domande dei vari giornalisti che di volta in volta l’hanno intervistata. Non mi risulta che la ex partigiana Lidia Menapace abbia detto cose che possano avere offeso chi indossa la divisa militare. Per conoscenza personale, sarei grato al signor Virgilio Mancini se citasse il testo e la fonte di qualcuna di esse.
da Luca Panni, Cremona
“a parte gli USA che i monumenti li abbattono a cannonate”Beh, certi monumenti, ad Hitler e Mussolini per esempio, a sputi difficilmente sarebbero caduti. Ma forse il Sig. Schiavone si confonde con certi cingolati che schiacciarono gli studenti di Praga…
da Pier Franco Schiavone
Mi piacerebbe capire cos’ha trovato Fini di cosí orribile nelle lettere di Moro. È stato forse un vile perché ha richiamato la DC alle proprie responsabilità per salvare la propria vita? Avrei voluto vedere lui davanti alla mitraglietta di Prospero Gallinari. Fini continua, come gli capita spesso, a non guardarsi intorno e a non vedere che aria tira altrove, dall’America alle tribù dell’Africa Centrale. Sinceramente mi sono scocciato di questi petulanti, orribili personaggi distruttivi che in nome della libertà di dire qualunque sconcezza finiscono con l’avere più attenzione di quanto meritino. A Fini non racconterò i sacrifici che fece quell’Italiano di mio padre, dalle prigioni tedesche, alle miniere Belghe, alla pala e piccone nell’Italia del dopoguerra, non lo merita. La cosa tragica è che purtroppo Fini è Italiano, proprio come mio padre e proprio come Moro.