da Virgilio Mancini
Trovo assurdo e vergognoso il fatto che alcuni esponenti della sinistra radicale abbiano addirittura paragonato il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, a Juan Perón! Infatti Perón era molto meglio di Cofferati, non scherziamo.
da Pier Franco Schiavone, Milano
Su questa storia di Cofferati sono disorientato. Secondo me, e secondo gran parte dei bolognesi, sta facendo bene ma mi metto nei panni dei ragazzi manganellati e mi dispiace. Dopodiché, ascolto il commento di Agnoletto che a Omnibus sparla di tradimento dei patti col sindacato da parte di Cofferati, che aveva ben chiarito la ragione di quel problema, e m’incazzo, infine salgo in metropolitana, vedo passare una bambina che chiede l’elemosina tenendo per mano un bimbetto ancora più piccolo e m’indigno. Non so cosa pensare, sinceramente, vorrei conoscere altri punti di vista, anche quello di CSF.
da Rocco Ciolfi, Arce
Luca Volontà: «Senza i soldi per la famiglia usciamo dalla Cdl»; Carlo Giovanardi: «se fossero vere le voci che circolano riguardo il dirottamento altrove di 1000 miliardi a favore della famiglia noi non ci staremmo e dunque non ci sarebbero più né la maggioranza, né il governo». E intanto Bottiglione ribadisce: “Via i tagli alla Cultura o mi dimetto”. Che dire? Più finti di una banconota de tre euro.
da Vincenzo Rocchino, Genova
Caro Freda credo proprio che le cose siano andate un tantino diversamente da quanto da lei affermato. Se il Paese è allo sbando, lo dobbiamo proprio al suo preferito, che miracolato dal tradimento di Bertinotti, sicuro di guadagnare un pugno di voti (probabilmente anche il suo), ha fatto cadere il governo Prodi, dando così il via al “rinnovamento” che aveva in mente il monarca di Arcore. L’elenco delle sciagurate leggi vergogna che ne sono conseguite è troppo lungo per restare nelle 500 battute (ma c’è ancora bisogno di ricordarle?). Vorrei comunque puntualizzare che caos e abusivismo, mal si conciliano con ordine e legalità, principi che vorrei fossero sempre garantiti. Qualità (specialmente legalità) assolutamente sconosciute nel DNA dell’attuale maggioranza di governo che lei preferisce.
da Gianluca Freda
Visto il plauso di Prodi al comportamento cileno di Cofferati, mi verrebbe da dire a Granata, Rocchino e Brighenti che se alle prossime elezioni si dovesse votare ancora col maggioritario, sceglierei la meno fascista delle due coalizioni, che a questo punto è sicuramente la CdL. Non lo farò per un solo motivo: Prodi, D’Alema, Cofferati e compagnia sono ben più violenti e bugiardi di Berlusconi, ma anche assai meno potenti sul piano economico. Dunque sono più facili da cacciare a pedate quando eccedono, cosa che noi rifondaroli abbiamo già fatto una volta col governo Prodi (grazie per gli applausi) e che se sarà necessario rifaremo con enorme piacere. La cosa che più odio al mondo non è il fascismo in sé, ma coloro che lo approvano e lo sostengono, e tra costoro spiccano gli stupidi che riconoscono il fascismo solo se porta sulla giacca l’etichetta littoria; ma basta che si infili una barba e un paio di baffi posticci e si faccia eleggere con una lista dei DS e diventa, per loro, un distinto signore perbene a cui fare la riverenza.
da Vittorio Grondona – Bologna
Coloro che anche solo sospettano che chi osteggia Cofferati sia felice del degrado in cui versa non solo Bologna, ma quasi tutte le grandi città italiane, sbagliano di grosso. Ricordiamoci di come vivevamo noi di una certa età nel periodo post bellico. Molte famiglie numerose, composte anche da otto/dieci persone, vivevano in insalubri monolocali, privi di acqua e di servizi igienici. Per lavarsi, fare il bucato o altro dovevano andare lungo i canali o i fiumi che attraversavano la città, mentre per recuperare l’acqua da bere ricorrevano alle fontanine presenti nel rione più vicino. Per coloro che allora abitavano nelle lussuose ville sui colli i componenti di quelle famiglie erano considerati pezzenti e tenuti ben alla larga dalla loro presunta civiltà. Nessun amministratore di quei tempi si era però sognato di demolire quelle case fatiscenti per rendere bello ed attraente alla vista anche ciò che non lo era affatto. Sarebbe stato come nascondere la spazzatura sotto il tappeto. Sindaci degni di quel nome hanno rimboccato le maniche dando il via alla cosa più difficile: hanno pianificato gli interventi di bonifica sociale e col contributo di tutti piano piano il degrado sparì nella legalità più assoluta.
da Giorgio Trono
Vorrei sapere da Freda se l’identità di sinistra implica anche impedire ad una giornalista di fare il proprio lavoro, bersagliandola di insulti urlati nelle orecchie, di acqua eccetera eccetera, come accaduto nel corso della manifestazione contro la Moratti. Questi sarebbero i cosiddetti studenti democratici (che tra l’altro vanno allle manifestazioni con fumogeni e caschi da motociclista).
da Luca Serpieri
Be’, certo che se il signor Schiavone non riesce a vedere razzismo antisemita neppure tra i palestinesi, non mi sorprende che non lo ravvisi nelle file della sinistra. Ma a questo punto dovrebbe indignarsi contro sé stesso, dal momento che apertamente sostiene idee così bislacche solo per affermare i propri principi. Potrà dire e pensare ciò che vuole, ma abbia l’onestà intellettuale di ammettere che l’anitsemitismo è largamente diffuso in tutto il mondo arabo (che non ha nessuna intenzione di fare i sottili distinguo tra antisemitismo e antisionismo che possono piacere in occidente). Chiedo l’intervento ordalico del nostro nume CSF su questo punto.
da Pino Granata
Certo che sono proprio i tipi come Ceratti che hanno fatto sì che un paio di milioni di Italiani filosocialisti abbiano votato per Forza Itlia. Il suo antisocialismo è pacchiano e dozzinale ed è di un qualunquismo spaventoso. I Socialisti non sono Bobo Craxi, Chiara Moroni e Boselli, ma gli eredi dei gloriosi Turati, Matteotti Nenni, Pertini , Lombardi etc. Il PSI ha fatto la storia d’Italia e del movimento operaio ed ha poche colpe da rimproverarsi. Tra l’altro , forse, Ceratti ignora che anche i DS oggi si richiamano ai valori del Socialismo e fanno parte dell’Internazionale Socialista.
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