da Vincenzo Rocchino, Genova
A chi ha visto Primo Piano, oggi, lunedì 17, non possono essere sfuggiti i numerosi tentativi, neppure tanto nascosti, di incastrare Antonio Di Bella sulla conduzione del Tg3, a partire dalla discussa intervista alla vedova Bruno, ai numerosi tentativi di ottenere “una qualche ammissione di faziosità”. Il marpione Ferrara, purtroppo, è andato in bianco; Antonio Di Bella, con molto garbo, ha risposto a tutte le sue domande, e a quelle della Palombelli, ribadendo che la maniera di fare informazione della terza rete, discende da un lungo lavoro di equìpe, che si è consolidata nel tempo. E, comunque, le notizie, sul Tg3, sono disgiunte dai sentimenti e dalle posizioni politiche personali. Scusate se é poco.
da Vittorio Grondona
Trovo sconcertante che in questo Blog non emerga un’opinione obiettiva sulla tortura e sull’Opportunità di pubblicare certe sequenze di fatti orribili come il taglio di una testa di uomo. Magari messe in onda TV “dopo la pubblicità”. Dire che “anche” altri hanno fatto le stesse schifezze è un modo “alla Schifani” o, se preferisce “alla Socci” (l’elenco di personaggi di identiche caratteristiche sarebbe lunghissimo nella destra) di giustificare in qualche modo gli atti degli amici che senza ombra di dubbio squalificano la razza umana. La discussione è bella se su un fatto si esprimesse il proprio pensiero svincolandolo dalla destra o dalla sinistra. Andare alla ricerca di quello degli altri o paragonare fatti analoghi commessi da altri non è utile. E’ solo pettegolezzo sterile. Augh!
da Gianni Guasto
Caro signor Morini, mi pare che i confronti tra i vari Mali Assoluti che hanno imperversato nel secolo appena trascorso siano difficili e rischiosi: tuttavia credo che il primato del Nazismo sia difficile da scalzare. Mentre il Comunismo uccideva -intollerabile bestemmia- in nome dell’Uguaglianza tra gli uomini, il Nazismo uccideva per punire una “colpa” misteriosa e inafferrabile, come quella di cui è accusato Joseph K., nel Processo. Forse, essere annientati (nel corpo, nell’anima o in entrambi) in nome del Nulla, è ancora la maledizione più terribile.
da Giorgio Boratto
“Restiamo in Iraq, ce lo chiedono gli iracheni”. Così qualche giorno fa dichiarava Frattini, il ministro degli Esteri. L’altro ieri lo stesso ministro riprendendo le affermazioni di C. Powell, diceva: “Resteremo in Iraq solo se gli iracheni ce lo chiedono”. Ma come non aveva detto che ce l’avevano già chiesto? Dopo Bush annuncia che l’esercito USA rimarrà in Iraq anche dopo il 30 giugno data di insediamento del nuovo governo iracheno: “Gli iracheni ce lo chiederanno, dobbiamo garantire la sicurezza del popolo iracheno”. Quindi si sa già che ce lo chiederanno. Questa volta il “nostro” Frattini sta zitto. Meno male. Già gli iracheni sono tanti e ognuno ha delle sue opinioni che possono essere riportate a proprio interesse; ma quale è la verità? Qualcuno ha fatto un referendum? No, ognuno si è fatto la sua opinione e la supporta con quello che “dicono” gli iracheni.oggi noi leggiamo invece che sparano. Sparano sul serio e c’è un primo morto in combattimento. Cosa dicono gli iracheni? Come i nostri leghisti: “Padroni a casa nostra”. E andatevene.
da Ornella Erminio, Cagliari
Caro csf sono contenta che tu ci abbia informati del’uscita di questo libro. Ti mando questa mia foto per dimostrarti che è anche la mia passione.
dall’avv. Lina Arena
Se Diaco può far quello che vuole e guadagnare tanto per le banalità che scrive e dice non credo che ci sia più nulla da fare per il giornalismo italico. Siamo alla frutta e per giunta a quella bacata.
da Alessandro Ceratti
Ho sentito spesso affermare, da parte di coloro che sono contrari al nostro disimpegno in Iraq, che un simile comportamento sarebbe una fuga, un gesto da vigliacchi. La cosa potrebbe anche avere un senso se a parlare, a fare questa richiesta fosse qualche militare che effettivamente sta rischiando la pelle a Nassirya, e non mi sembra che sia il caso. In realtà chi sostiene questa idea se ne sta comodamente tranquillo a casa propria, non rischia di essere ferito neppure da uno spillo così come non corrono assolutamente nessun rischio i “coraggiosissimi” fautori della nostra permanenza in Iraq. Non sono più vigliacco io a chiedere il ritiro di militari italiani di quanto siano impavidi quelli che li vogliono mantenere laggiù mentre guardando tranquillamente le bombe esplodere alla televisione. Anzi, se proprio vogliamo stare a valutare la situazione, la figura migliore, se si valuta questo piano, la fanno coloro che non sfruttano il coraggio degli altri.
da Pier Franco Schiavone, Milano
Il signor Matteo Tassinari ha detto che ha molti libri su Rocco Buttiglione. Lo ha detto per fare la battuta sul fiasco oppure è la verità? La seconda ipotesi mi causerebbe una doppia preoccupazione, in primo luogo perché qualcuno possiederebbe libri su Buttiglione e poi perché qualcuno avrebbe scritto libri su Buttiglione. La prego Tassinari, mi rassicuri, perché la notte voglio dormire.
da Franco Barone, Milano
La guerra in questo momento è al secondo posto del sondaggio sulle priorità. Molti amici di questo sito, d’accordo con Massimo Fini, sostengono che la democrazia è un falso idolo. Anch’io penso che la democrazia non sia il paradiso sulla terra, però volevo proporre una riflessione su un dato, grossolano, ma forse significativo: la grande maggioranza delle guerre (forse tutte) è combattuta tra dittature o tra dittature e democrazie, mai tra democrazie. Ad esempio tra le nazioni democratiche dell’Europa occidentale almeno da 100 anni non c’è stata più una guerra. Se è vera questa equazione, l’aumento della democrazia nel mondo (non “esportata” alla Bush) potrebbe portare alla riduzione delle guerre. E quindi la lotta per la democrazia diventa una priorità.
Leonardo (e il cognome?), Siena
Vi invito a visitare il sito di Al Jazeera. Così facendo io ho scoperto che le nostre sono definite “Italian occupation troops”. La favoletta della missione di pace è l’ennesima bugia dalle gambe corte spacciata come verità da una classe dirigente affetta da nanismo politico. E noi qui a discettare sul sesso degli angeli.