da Pier Franco Schiavone, Milano
Mi ero abituato alle chiose e ai pensieri rossi di CSF. Dicevo “andiamo a leggerci un rosso”. E CSF torna nero. Il rosso, secondo me, è piú pertinente, fa pensare ad un burbero ma benefico censore, ai conti che non tornano, alle note dei professori e, letti i recenti cazziatoni riversati sui blogghisti sintatticamente anarchici, alla maestrina dalla penna rossa, intenta a segnare, in rosso, gli errori. Il rosso è la “saudade”, il nero è la triste e monotona ripetitività quotidiana. Al rosso si puó immaginare persino di abbinare un profumo, provate col nero. Il rosso è regale, è anche il colore dei cardinali, ma non fa pensare al potere, perché è da sempre anche il colore della classe operaia. Infine, il rosso è anche il colore del vino rosso. Avete mai bevuto un Barolo nero come la morte?
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