di Emanuele Macaluso (per Il Riformista)
Bando alle ipocrisie, a sinistra a destra. La legge sulla immunità, limitata alle più alte cariche dello Stato (il cosiddetto Lodo Maccanico), serve oggi a rinviare senza prescrizione il processo di Milano a Berlusconi e a continuarlo per gli altri imputati. E’ giusto che sia così almeno per due motivi:garantire il semestre italiano di presidenza all’UE; non interrompere (se ci fosse una condanna) traumaticamente la legislatura, con un voto-referendum su Berlusconi e i giudici di Milano. E’ ipocrisia allo stato puro dire che, sino a sentenza definitiva, Berlusconi potrebbe governare. Con una sentenza di corruzione di giudici? Bisogna però scrivere nella legge che, a fine legislatura, il Presidente del Consiglio, se vuole ripresentare la sua candidatura, deve chiedere la sospensione della tutela e fare il processo rapidamente, prima delle elezioni.Tenendo conto della sentenza, deciderà se ricandidarsi o meno. Gli elettori però hanno diritto di sapere. Fare le elezioni, senza che intervenga una sentenza, significherebbe mettere in mora, senza alcun termine, la giustizia e contrapporre il voto popolare ai tribunali. Il che sarebbe devastante per la democrazia.
da Gianluca Dimartino
In qualità di figlio di genitori liberali, che ha quindi praticato ciò che in politica e filosofia viene chiamato liberalismo, prego l’avv.to Arena di non includere i liberali fra quelli del suo gruppo Laici: del resto, mio padre – liberale di destra, che per uno cresciuto durante il fascismo in Sicilia …… – NON HA MAI UTILIZZATO IL TERMINE COMUNISTA PER OFFENDERE IL PROPRIO INTERLOCUTORE. Un’altra cosa che mi ricordo di mio padre (mi ricordo poche cose, chè è morto quando avevo 9 anni) era che non vedeva possibile mettersi d’accordo su niente con i radicali (non si capisce mai dove vogliono andare, diceva) e i repubblicani, che per giunta all’epoca erano quelli originali e non i figli s…i, sempre per rispettare i principi liberali. Come? Questo punto è superato? I principi non contano più? Bene allora fate come noi e Fini, che rispettivamente siamo postcomunisti e postfascisti, voi appellatevi post liberali, che non avete il diritto a definirvi liberali.
da Gianni Guasto
E così, il Padrone delle Nostre Vite ha deciso: ha sbattuto un po’ di pugni sul tavolo, sguinzagliato un po’ di avvocaticchi, mobilitato decine e decine di maggiordomi, e i più importante quotidiano del Paese ha cambiato Direttore. Quello vecchio non gli piaceva, e le sue idee neanche. E, se neanche noi gli piacciamo, finisce che ci cambia. Tutti.
da Piergiorgio Welby
Chi, confortato dalle immagini tranquillizzanti che mamma RAI ci ammannisce, dorme sonni tranquilli immaginando task force di agguerriti virusbuster pronti a fermare sul bagnasciuga ogni virus o batterio che tenti di violare il sacro suolo?si ricreda! Lunedì è tornato da un viaggio nell’Estremo Oriente un mio fraterno amico, all’aeroporto non gli è stata rilevata la temperatura corporea, non gli sono state rivolte domande sullo stato di salute, e non ha visto i Blade runner della sanità. Mentre mi spiegava il macchinoso funzionamento dei diabolici bidet del Sol Levante è arrivato il mio medico di famiglia. Il discorso è andato, inevitabilmente, a toccare il punctum dolens della SARS. Insomma, nessun protocollo specifico è stato raccomandato ai medici, né sono stati tenuti seminari o aggiornamenti?i medici sanno quello che sappiamo noi. Con l’arrivo dell’autunno cambierà tutto? May be, intanto ci affidiamo ai potenti mezzi messici a disposizione dal benevole e intramontabile Stellone italico.
da Carlo Liverani.
Meraviglia e prodigio! Non si trova il tempo per presenziare ad un processo, ma lo si trova per andare a vedere una partita di pallone. “Le style est l’homme”, come diceva nel 1753 Buffon.
da Gigi Forzese
Bisogna stare attenti quando D’Alema se ne esce con una delle sue famose aperture. Adesso e’ la volta di due pure genialate. Liberarsi del disturbatore di turno (questa volta Cofferati) mandandolo a fare il sindaco a Bologna, film gia’ visto con Prodi all’UE e Di Pietro al Mugello e dire “ni” al Lodo Maccanico con la speranza del disinnesco della Commissione Telekom Serbia. Puro opportunismo politico, peccato che alla fine di queste astuzie per la sinistra manchi sempre il lieto fine che questi mezzi dovrebbero giustificare. Avv. Arena davvero l’avrei votata perche’ ammiro il suo sincero e disinteressato furore ma la sua lista appoggiava un ex democristiano dall’inglorioso passato che non credo abbia nulla a che spartire con voi, laici radicali e buoni socialisti. Buona l’idea di un giornale alternativo al monopolio Ciancio. Sinceri auguri per l’iniziativa.
da Vittorio Grondona
La cosa è semplice, possiamo fare tutto quello che ci pare, poi non c’è bisogno di pentirsi, basta farsi eleggere ed il gioco è fatto. La Legge finalmente è uguale per tutti: chi al giorno d’oggi non dispone almeno di qualche migliaio di miliardi e il dominio sull’intera informazione per potere teleguidare con successo il popolo a votarlo? Nel nostro Paese il Capo dello Stato è solo teoricamente colui che elegge il Presidente del Consiglio dei Ministri. Nella realtà questo piccolo particolare è rispettato solo nella forma, i voti sono voti e non c’è presidente della Repubblica che conti! Se avessi la capacità grafica di Altan disegnerei in questo punto una bella “banana”.
da Guglielmo Venturi
Dopo il repulisti in Rai, si passa al regolamento dei conti con la carta stampata. Oggi tocca al Corriere della Sera, storicamente ” il quotidiano” del nostro Paese. Molto probabilmente verrà cacciato Ferruccio De Bortoli. Mi pongo due domande: perchè e con quale procedura? Il perchè: un direttore che annovera tra i suoi opinionisti di punta i vari Panebianco, Della Loggia, Merlo, Ostellino, e che ogni lunedì ci propina in prima pagina ” Il processo di Alberoni”, si è permesso di definire avvocaticchi la coorte di legali schierati a baluardo di Berlusconi e famigli, e di dichiarare che non ambisce ad assidersi al desco con Cesare Previti. Inaccettabile manifestazione di faziosità! La procedura: contro la volontà di Intesa Bci e di Unicredito, ma con l’ assenso di Romiti e Tronchetti Provera. Due tra i massimi esponenti di quel capitalismo italiano che recita giaculatorie in favore del liberismo economico, ma che sa bene che per sopravvivere ha bisogno come l’aria degli'”aiutini” di chi governa. Caro Tronchetti Provera, la castrazione della 7 e l’acquisto ad un prezzo esorbitante di una decotta Edilnord non sono ritenute corvés adeguate dal famelico signore feudale. Oggi De Bortoli. E domani?
da Claudio Urbani
La Cdl a Palazzo Madama ha depositato l’emendamento che stabilisce lo stop ai processi per le alte cariche. “Non possono essere sottoposti a processi penali -si legge nel testo- per qualsiasi reato anche riguardante fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione, fino alla cessazione delle medesime”. Lo stop riguarda “il Presidente della repubblica, salvo quanto previsto dall’art. 90 della Costituzione, il Presidente del Senato della Repubblica, il Presidente della camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio dei Ministri, salvo quanto previsto dall’art. 96 della Costituzione, il Presidente della Corte Costituzionale”.E’ urgente avvisare i deputati Renato Schifani, Francesco Moro, Francesco D’Onofrio e Domenico Nania, firmatari del suddetto, di apportare un sub- emendamento che cambi l’art. 3 della costituzione che recita: ” Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
da Primo Casalini, Monza
Quando si approssima “L’infedele” di Lerner, dico a me stesso: “Debbo guardarlo”. Brutto segno, vuol dire che non mi piace. E trascuro già abbastanza doveri, ci può stare anche l’Infedele. Sembra l’ultimo atto dell’Aida, senza Aida, però. E tutti questi comunisti, post-comunisti, ex-comunisti, anti-comunisti, cattivi maestri, scolari peggiori, che continuano a remenarsela fra di loro, utilizzando i lottacontinuisti ed i servitori del popolo come moderatori. Ci vorrebbe così poco a vivacizzare: far scavare negli archivi di vent’anni fa da quattro stagiste, recuperare scelti brani di Ferrara e di Lerner, di Bondi, di D’Alema, di Adornato e di della Loggia, e farli leggere con molto sentimento da Sofri junior e da Sabina Guzzanti. E cambiargli il nome, a ‘sto Infedele: “Il grillo parlante”, se cambia la scenografia, se no “Il grillotalpa” o “Vent’anni prima”.