da Giovanni Iamartino
Caro Sabelli, posso fare un commento da linguista? Non è maschilista (così come non è razzista) il linguaggio, lo sono, o lo possono essere, i parlanti. In altre parole, è la società — o meglio, la comunità linguistica — che carica certe parole di una sfumatura di significato negativa, o che inventa un’etichetta linguistica per realtà già esistenti. Per essere concreto: siccome, che ci piaccia o no, le mignotte esistono, i parlanti non solo devono inventare delle parole per riferirsi a queste persone, ma ne devono inventare sempre di nuove, nei casi in cui si parli di argomenti ‘scabrosi’ (sesso e funzioni corporali, innanzitutto): “cortigiana”, “massaggiatrice”, “professionista” — le parole a cui fa riferimento la lobbista Virginia Regazzoni — sono parole nate proprio per non dare della “mignotta” a qualcuno ma intendendo proprio quello; come Lei sa, ma qualche lobbista forse no, queste parole sono ‘eufemismi’, un modo gentile, allusivo e indiretto per indicare una realtà scottante.
Il lobbista Giovanni Iamartino ci ha mandato una mail interessante, quasi un mini saggio, sulla parola mignotta. Con qualche sorpresa. Non mi resta che inviarvi, se volete leggerlo, alla sezione documenti. (csf)
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