da Silvia Palombi
Pio La Torre, a Comiso, non è il nome di un aereoporto, è la storia di un popolo, raccolta in uno dei suoi rari e felici momenti di indignazione. (…) Adesso arriva questo sindaco di trent’anni scarsi, s’appunta sul petto la sua stella da sceriffo e si convince anche lui che la politica è far rumore, maneggiare delibere come pistole (…). Stavolta il sindaco di Comiso pretende di darsi ragione da solo e lo fa con poveri argomenti, con parole di miseria: “Come rileva un sondaggio effettuato a suo tempo, l’intitolazione a La Torre aveva riscontrato scarso gradimento fra i cittadini” (…). Adesso è tempo che di mafia si torni a parlare a bassa voce (…). Claudio Fava, l’Unità, 28 agosto 2008Con buona pace di Pio La Torre e del suo stretto collaboratore Rosario Di Salvo, assassinati insieme per un’altra Sicilia, e di tutti quelli che ci credono ancora e sempre.
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