da Muin Masri
Negli utlimi vent’anni, e nonostante il metodo Berlusconi, in questo paese è poco cambiato o quasi. Il medico continua a fare il medico e qualche volta scappa pure il morto, lo chiamano complicazione. Le prostitute continuano a fare il loro mestiere con e senza il goldone. Gli operai non hanno mai smesso di fare gli operai e morire per distrazione. Gli studenti continuano a fare gli studenti dentro e fuori le piazze. I disoccupati continuano a cercare lavoro in nero. Le casalinghe non hanno mai smesso di fare le casalinghe e guardare “Forum” con piacere… Caro Csf, in questi ultimi vent’anni, cosa è successo ai tuoi cari colleghi giornalisti? Perché hanno smesso di fare giornalismo?
Forse mai, come da vent’anni a questa parte, i mediocri sono stati ben pagati, perché la mediocrità è una merce preziosa. Una volta, l’Azienda Sanitaria per la quale lavoro ci pagò un costoso (e inutile, a giudicare dai risultati) corso sulla gestione sanitaria. Fra tante cose inutili, ne appresi una che non ho dimenticato: fu quando mi spiegarono che se in una organizzazione ci fosse un genio, non dovrebbe mai emergere, perché darebbe fastidio. Meglio far avanzare dei mediocri spasmodicamente attenti alla carriera, cinici e obbedienti. Secondo quel docente, sarebbe bene isolare chi ha idee innovative. Credo che in certi giornali che sono concepiti e sostenuti per scopi diversi dal fare informazione, sia un po’ lo stesso. E’ il progresso, baby.
Un esempio di quanto ho scritto sopra ce lo dà la televisione: quante mezze tacche hanno fatto carriera? Basta fare zapping per rendersene conto: dal giornalista che scrive libri che dopo dodici mesi non leggerà più nessuno, alla conduttrice che non ha null’altro da esibire che il corpo, al critico d’arte che sbraita per contratto, in una triste fissità di ruolo che non sa neppure rinnovare. Sono dei cinici servitorelli che nessuna etica professionale può scuotere, perché non saprebbero cos’altro fare.
Un altro esempio, di cui sopra, ce lo da la politica dei politicanti. Politicanti di mestiere, mai fatto altro nella vita, scrivon libri sul nulla, presenziano senza presenziare, son tuttologhi dell’effimero dal nepotismo dilagante e imperante. Provengono dalle aie di cortile del sindacato o politico di base. Starnazzano nelle trasmissioni cucite su misura. Se non sei daccordo, è perchè non afferi il concetto profondo e innovativo… A proposito di giornali e giornalisti: provi a scrivere qualcosa non consono con la linea editoriale del Fatto. Si troverà bannato a vita il suo indizzo ID. Provare per credere, lì si accettano solo commenti allineati! E’ la libertà, baby.
Ha ragione Gasparini. Conosco amici che è successo la stessa cosa sulla “La Padania” e ” il Giornale”. Ormai la libertà di espressione in questo Paese è ridotta ad una chimera. E per fortuna non sei un personaggio pubblico, altrimenti partono dossier falsi, vedi Boffo, Fini o minacciati come alla Marcegaglia appena accenna una minima critica al pensiero piccolo statista. Poi in Matrix abbiamo la palma giornalistica della mediocrità, quando sostenendo che siamo circondati dal buio, ora si farà apparire il sole presentando Berlusconi!
Il problema, io credo, sta nella spettacolarizzazione della società. Casalinghe, medici, studenti e prostitute citati da Masri continuano a fare il loro mestiere perché si muovono nella sfera del privato, che è quella nella quale operar bene o male fa ancora una certa differenza. Nel villaggio globale, invece, la visibilità prende nettamente il sopravvento sulla qualità, apparire è più importante che essere. Se io dico una mostruosità in televisione e la ritratto il giorno dopo, non ho fatto la figura del pirla o del pazzo o del criminale: sono semplicemente andato in onda due volte. E questo è alla base di tante carriere giornalistiche e/o politiche, senza troppe distinzioni di parte. (segue)
(seguito) Però, caro Gasparini, non è vero che sono tutti uguali. Se non altro perché a mantenere le diversità è la diffusione della proprietà dei mezzi di informazione. Minzolini non è uguale a nessun altro, perché noi abbonati RAI che vorremmo maggiore pluralismo, non abbiamo la possibilità di inserire nostri infiltrati nelle reti Mediaset al fine di farle affondare. Ci piacerebbe tanto perché anche noi siamo carogne, ma non possiamo. Possiamo soltanto litigare con Te, e non è poi quella gran soddisfazione.
Caro Muin, occorre fare dei distinguo pero’. Detta cosi’ sembra che siano tutti uguali, e non è vero. Ad esempio, nonostante Mentana abbia fatto il chiagni e fotti per diversi anni, il tg de la7 non è quello di ra1 o rai2. Un altro esempio viene da Luca Sofri e i giornalisti de Il Post. Stanno facendo un ottimo lavoro. Provate a paragonarli con uno dei grossi giornali online. Sarebbe da capire come mai certi giornalisti abbiano deciso di indirizzare il proprio pubblico/lettori verso contenuti sempre più scadenti.
…le soddisfazioni uno se le cerca, non se le trova! Mi faccio una domanda e mi do una risposta: ma possibile che tutti i guai del Paesello siano riconducibili a quel Nome? Io dico NO! Possibile che non si tenga conto della maturità di chi va a votare? Possibile che non si veda il caos nell’avversa parte politica? Possibile che le scuse dei perdenti siano sempre sul conflitto di interessi e la Tv a senso unico? Possibile che i guai del Pd, dell’IDV, della politica dei due forni, delle primarie farsa, della bottegna del trattorista dalle mani pulite di Montenero di Bisaccia, siano riconducibili alla mancanza di spazio sui media e conseguente ignoranza di chi resta allocchiato da Minzolini… Ma lo crede veramente? Possibile?!|?!
Molto è stato scritto sulla libertà di stampa, e mai nessuno come Tocqueville (La democrazia in America) è stato così incisivo: “Confesso di non sentire per la libertà di stampa quell’amore completo e istantaneo che si prova per le cose sovranamente buone per natura. Io l’amo assai più in considerazione dei mali che essa impedisce che dei beni che produce[…]Presso alcune nazioni, che si pretendono libere, qualsiasi agente del potere può violare impunemente la legge senza che la costituzione del paese dia agli oppressi il diritto di appellarsi alla giustizia. Presso questi popoli la libertà di stampa deve essere considerata come una garanzia, anzi come la sola garanzia che resti alla libertà e alla sicurezza dei cittadini”. Insomma, il giornalismo non è un semplice mestiere ma una missione.
In Italia esiste quella “…libertà di stampa deve essere considerata come una garanzia, anzi come la sola garanzia che resti alla libertà e alla sicurezza dei cittadini”. Ognuno scrive/dice ciò che vuole…ma se vuoi farti una opinione personale devi leggere/sentire le due campane perchè troppo schierata e dipendente da fattori socio economici di parte. Tizio tace una cosa, Caio mette in risalto un’altra. E non è detto che uno interpreta le stesse cose alla stessa maniera. Anche il lettore può diventare dipendente non avvalendosi della sua capacità di comprensione perchè affezionato a tal giornale. Nessuno ha la verità, perchè ognuno in casa sua nasconde la polvere sotto il tappeto. Ma non mi si dica che non ci siano i mezzi per cercarla…
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