da Vittorio Grondona – Bologna
A Ballarò si è parlato dei risibili aumenti trovati da alcuni operai nella busta paga di gennaio grazie ai benefici della finanziaria 2007, della imminente riforma delle pensioni e del TFR. A parte gli aumenti che quei lavoratori piano piano si accorgeranno essere stati solo fumo negli occhi, per i resto è proprio il caso di dire: alzi la mano chi ci ha capito qualcosa. Di certo c’è il fatto concreto che in conseguenza della riforma Dini, con la quale la pensione sarà a regime calcolata col solo sistema contributivo, i nostri giovani un domani riceveranno come pensione un’elemosina pari più o meno al 40% dell’ultimo stipendio. Ecco allora sortire la furbata della politica capitalista che non ha perso tempo per intortare gli operai cercando di convincerli a cedere il TFR per istituire una pensione integrativa. Nessuno ha quantificato però a quanto potrebbe ammontare la relativa rendita mensile fra 35 anni. Supponiamo che nella più fantasiosa delle ipotesi tale rendita sia ogni mese rivalutata rispetto al versato incredibilmente del 50%, facendo i conti della serva, un operaio fra 35 anni, con ultimo stipendio mensile di mille euro, riceverà una pensione mensile di 400 euro più al massimo 130 euro di quota integrativa. Una maggiorazione superiore ad un terzo dell’importo spettante dal calcolo del meccanismo pensionistico normale sarebbe infatti non ragionevolmente verosimile. E pensare che gli avidi furbi che stanno ideando questo triste futuro per i nostri figli si divideranno da subito una torta annuale di circa 19 miliardi di euro freschi freschi da restituire, forse, piano piano fra 35 anni. Va mo là! Alla fine siamo tutti Cavalieri…
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