da Peter Freeman
Fatemi capire, please: esiste davvero uno che per anni si è rifiutato di vedere un film di Eisenstein per via del “Fantozzi” di Paolo Villaggio? E questo per colpa di Villaggio versus i “radical-chic” degli anni Settanta?Andiamo, su, un po’ d’ordine e non facciamo i banalotti.Per cominciare il “Fantozzi” di Luciano Salce è del 1974. Ma il personaggio Fantozzi è del 1968: “Quelli della domenica”, forse la versione più innovativa e radical-chic (dunque più bella) del contenitore nazional-popolare della domenica. Testi di Marchesi, Terzoli e Vaime. I monologhi della domenica su Fantozzi venivano poi pubblicati e “estesi” su l”‘Europeo”. Successivamente sarebbe stato pubblicato il libro “Il tragico libro di Fantozzi”, da cui il film.Siamo dunque in pieno 1968, annus mirabilis o horribilis, a seconda di come la vedete, massima esplosione di quel “radical-chic” che ancora oggi ve lo sognate. A quei tempi, tanto per capirsi, si poteva persino guardare Sanremo (tre serate e non una settimana come adesso) senza vomitare, e a nessuno veniva in mente di fare dei gruppi d’ascolto ad hoc – cosa, questa sì, radical-scioc. Infine una domanda: qualcuno tra quelli che ne parlano ha mai letto di Cahiers o sa spiegare che cosa sia il realismo sovietico?
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