24 gennaio: a Thiery Bou Gou (2)
Nella piccola oasi dell’ex missionario sulle rive del fiume Bani restiamo un giorno per riposarci un po’. Errore, mai perdere la concentrazione. Scoppia la cacarella. Capisco che l’argomento non è dei più eleganti ma questa è la vita. Il 25 per cento del gruppo conosce la maledizione del Montezuma africano. Per Silvia si tratta anche di influenza, febbre e mal di testa. Noi per incoraggiarla le diciamo di non preoccuparsi perché è sicuramente malaria. Il cinismo della savana. Arrivano anche sessanta bambini della borghesia bianca e nera di Bamako in gita scolastica. Niente a che vedere con i nostri piccoli straccioni mocciosi della falaise. Ben vestiti, puliti, educati, non ci prendono per mano chiedendo cadeaux. La differenza di classe non ha latitudine. La loro presenza ci consente di assistere la sera ai cartoni animati. Nessuna novità per quanto riguarda il cibo. Riso, cous cous, montone, pesce. Ma sfido chiunque a poter vantare una uscita in pedalo’ sul Bani all’ora del tramonto. Con successivo pastis al bar e bagno in piscina mandando a quel paese le zanzare fameliche. Incontro con le donne della cooperativa del sapone e con i bambini delle cinque classi elementari. Credetemi. Ve lo giuro su Berlusconi. Nessuno di qua, interrogato più volte, ha dato segno di sapere chi sia Giovanardi.
25 gennaio: a Segou
Lasciata l’oasi dell’ex missionario puntiamo su Segou ma prima passiamo per l’ex capitale dell’impero bambara nel 18° secolo. E’ difficile avere la sensazione del tempo che passa in posti dove le grandi piogge distruggono tutte le costruzioni di fango. Ma sono ancora in piedi varie moschee, tombe e anche il palazzo reale. Veniamo ammessi alla presenza dell’hogon, capo spirituale del villaggio e discendente degli ultimi imperatori e con qualche migliaio di CFA possiamo assistere all’erede al trono che fa scena muta. Cominciano i divieti: andiamo a vedere la tomba del primo re ma non possiamo entrare. Pensiamo a luoghi sacri e maledizioni divine, invece la cosa è molto più semplice: il guardiano ha perso la chiave. Preseguiamo verso il fiume e ci viene detto che una certa strada non può essere percorsa di notte perché è abitata da spiriti maligni. Arriviamo in riva al fiume e ci mandano via ad urlacci: una cooproduzione belgo canadese sta girando un film e noi siamo finiti direttamente nella scena tra bambini vestiti come i belgo canadesi pensano che si vestano i bambini di qui (con eleganti perizoma di lino bianco simili a pannoloni) e vecchi vestiti da vecchi saggi. Il cameramen monta su un gommone e riprende scene bibliche mentre donne multicolori lavano i soliti panni nel fiume.
Note di servizio: il fratello di Raffaella tolga il drappo egiziano che sta arrivando un bogolan di ricambio. Andrea si ricordi di comprare la carne, il pane e l’insalata altrimenti quando la mamma, Paola, ritorna, non si mangia nulla. Francesco, figlio di Silvia, scaldi la casa. Luisella manda a dire a Graziella di preparare lo chardonnay. Elisabetta dice a tutti che non è sicura di ritornare. (csf)
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