da Virgilio Mancini
Caro signor Ceratti, accolgo la sua giusta osservazione, tuttavia avevo già fatto notare in precedenza che la statistica ( letta esattamente così sul giornale che citava quei dati, la Repubblica ) in realtà non andava espressa in quel modo come del resto era possibile constatare visionando l’interessante link che ho segnalato. Avrei dovuto dire che la Finlandia ha 34,5 suicidi per centomila giovani ( contro gli 7,5 italiani e i 2,8 greci ad esempio ). Cambiano solo i numeri dunque ( e per fortuna! ) ma il senso del mio ragionamento rimane immutato: la Finlandia ha il primato del suicidio giovanile nei paesi dell’Unione Europa.
da Giulio Bulgarelli, Correggio
mi occupo di paghe e aggiungo due riflessioni. Vero è che l’alea che contraddistingue la rendita dei Fondi Pensione non regge di fronte al tasso fisso del TFR lasciato in ditta, come sorridendo ammise il presidente di Cometa in un’inchiesta di Report del 2005, però il dipendente che non aderisce ai fondi perde di netto la quota di contribuzione a carico ditta (circa 1% dello stipendio) e magari con quella pareggia e forse avanza qualcosa. Quello che però mi fa star lontano dai Fondi sono gli stipendi appunto da pagare al loro personale (“spese di gestione”), che erode il mio contributo da subito, appena gli arriva il versamento della ditta. Lo sapete che attualmente i Fondi chiusi autorizzati sono la bellezza di 43 (metalmeccanica industria, terziario, legno, coop.ve, chimica, artigianato, api, ceramica, cemento, edili, trasporto, gomma e plastica, tessile, calce e cemento, addirittura 4 diversi per i dirigenti…). Ma che paese è questo, che se mi licenzio debbo trasferire il malloppino ad altro misero fondo, di nuovo iscrivermi e magari un anno dopo cambio lavoro e sono da capo ? Tutta gente che vive sulle spalle di chi lavora davvero.
da Vittorio Grondona – Bologna
Vorrei votare per il sito, ma in cambio di questa concessione il grande fratello, nelle vesti di Sole 24 Ore, vuole sapere troppe cose sul conto dei votanti. Nemmeno i complicatissimi sondaggi di Renato Mannheimer sono così avidi di conoscenza dei dati personali degli intervistati.
da Paolo Beretta
A Bologna va in scena lo “Gender Bender”, spettacolo teatrale (giunto alla terza edizione) ed interpretato da omosessuali. La curia (l’iniziale minuscola non è casuale) si lamenta su “Bologna Sette”: “un´invasione barbarica che oltraggia la fede e la ragione”. E ancora “È lecito spendere soldi pubblici per finanziare spettacoli omosessuali di pornostar mascherati da artisti?”. Controreplica del Sindaco: “Penso che la libera espressione nell´arte e nella cultura rappresenti una delle grandi conquiste dell´uomo nell´etica moderna e sia la ricchezza del vivere civile in uno stato laico. Solo la censura, il pregiudizio e l´intolleranza rischiano di riportarci al tempo dei barbari”. E qui arriva il bello: contro-controreplica della curia (sempre ‘c’ minuscola): “Le dichiarazioni del sindaco sconcertano e addolorano… La Chiesa non censura nessuno, ma non accetta neppure di essere censurata, perché non può abdicare al suo dovere-diritto di parlare per il bene e per la dignità della persona umana”.La chiesa non censura nessuno !? E la prima dichiarazione cos’era, una serena e paterna critica ? Manca solo che ci vengano a raccontare che la scomunica è solo una timida e pacata valutazione morale. E poi si domandano perché la gente abbandona la chiesa cattolica. Patetici.
da Pier Franco Schiavone
Boh, prima mi è stato chiesto di registrarmi, mi sono registrato e mi hanno anche mandato una mail di conferma, però quando vado a votare mi chiedono una chiave di accesso che non trovo da nessuna parte. Ho chiesto loro chiarimenti inviando una mail ma non mi hanno risposto forse perché mi giudicano (probabilmente a ragione) un paleolitico. Come cavolo avete fatto voi? A questo punto è diventata una questione di principio, una lotta dell’uomo contro l’Information and Communication Technology.
Nella mail di conferma della registrazione dovrebbe esserci un link “Vota il tuo sito preferito:” seguito da un link. Cliccando quel link non è necessario reinserire alcuna chiave d’accesso, la quale, comunque, è pure contenuta nella mail. Buon voto.
Piccola premessa per la signora Arena. Il libro di Veltroni non lo leggerò nemmeno sotto minaccia armata, ho una pila di illustri autori da leggere, figuriamoci se leggerò il buon Valter. Lo leggerò solo quando scriverà un libro sulla sua esperienza di sindaco. Quanto ai conti, un mio amico imprenditore mi ha detto che la sua azienda avrà un utile lordo di 500.000 euro, ma gliene resteranno solo 70.000 netti (giusto per ripiastrellare i bagni e cambiare il linoleum, altro che investimenti), dopo aver pagato IRAP (circa 200.000 euro!!) e altro. L’unica nota per chi mi darà spiegazioni è che quest’azienda ha un parco auto di 70 vetture e 65 dipendenti. Se il mio amico non mi ha preso in giro, c’è da preoccuparsi.
dal blog di Mariangela Vaglio
I ragazzini di prima media sono deliziosi, perché ancora non hanno la capacità di mettere alcun filtro tra la bocca e quello che gli passa per il cervello. Non fanno tempo a pensare una cosa che già gli è arrivata sulle labbra, con esiti spesso disastrosi. Hanno undici anni, e ciò comporta che ai loro occhi anche un ventenne sembri un reperto archeologico. Figuriamoci cosa gli sembriamo noi professori.
Gabriella Brison, detta Lilla, è una pallina di simpatia bianca e rossa, paffuta come Winnie the Pooh ed altrettanto candida. Alla terza settimana di scuola, dopo avermi osservato in silenzio a lungo dalla sua postazione in secondo banco, alza la mano e chiede: “Professoressa, ma tu quanti anni hai?”
“Lei quanti anni ha? Correggo pazientemente io, che, presagendo come andrà a finire, mi sento già tanto Totò.
Lilla infatti mi guarda perplessa, chiedendosi chi diavolo sia questa lei che ho tirato in ballo. Ci pensa intensamente per cinque secondi, poi decide che non è importante, probabilmente sarà una mia amica ma non vuole impicciarsi dei fatti miei, ritira su il nasino e ripete: “E allora, quanti anni hai?”
Mi arrendo. “Trentaquattro”
Brusio in classe. Lilla cerca di contare rapidamente, aiutandosi con le dita di una mano, ma decide quasi subito che sono troppi, veramente troppi.
“Davvero?” dice con un tono che lascia indovinare una miriade di punti interrogativi e lo sguardo di chi non pensava che persone così vecchie potessero essere ancora in circolazione, un po’ come le jeep della Seconda Guerra Mondiale.
Per fortuna che in mio aiuto arriva Francesco Zanetti. Galante, precisa subito: “Ma non sembra così vecchia! Io gnene davo al massimo ventidue!” Lasciando intendere che per lui i ventidue rappresentano la soglia della decrepitudine.
“Prof”, interviene allora Marco Salviato ” ma quando era piccola lei c’erano i cellulari?” Marco vive in simbiosi con il suo telefonino, scoprire che i cellulari non sono sempre esistiti è stato uno choc da cui deve ancora riprendersi.
“No, sono comparsi quando io ero già grande. Andavo già all’università quando sono arrivati in Italia i primi, ed erano grandi quanto una cabina telefonica.”
Sguardi stupiti, anche perché alcuni di loro, probabilmente, le cabine telefoniche non hanno neppure ben chiaro cosa siano.
” E la televisione c’era?” incalza Francesco.
“Sì, certo, però era in bianco e nero”
“Facevano i cartoni animati in bianco e nero?” urla quasi Marco, come se avesse sentito proferire una bestemmia. Non sa darsi pace: un mondo privo di cellulari e con i Pokemon senza colori gli pare un luogo di inconcepibile barbarie.
Lilla gli fa cenno di tacere, con un gesto stizzito della manina. Sta riflettendo ed è prossima ad una rivelazione.
“Ma allora – dice alla fine – quando lei era piccola i semafori erano in bianco e nero?”
“sì” rispondo io, riuscendo a rimanere serissima ” e ogni volta passava un omino con una lanterna ad accenderli”.
Il guaio è che mi credono.
da Isabella Guarini
Caro CSF, ho l’impressione che nella città in cui vivo, Napoli naturalmente, si sia abbattuta una tempesta senza tregua. Su l’Espresso ricompaiono le foto del Vesuvio che galleggia tra balle di monnezza e altre amenità sullo sperpero del pubblico denaro e otto omicidi in otto giorni. Di fronte a ciò, ecco l’invito alla sobrietà da parte di chi dovrebbe, invece, reddere rationem. “Sobrietas” nel senso di “moderatio” è una raccomandazione ipotizzabile, ma dalle nostre parti varrebbe meglio la “oratio sana et sicca”: non rubare.
da Alberto Arienti
Il portavoce di Prodi, Silvio Sircana, è una persona simpatica e spiritosa(pure troppo) che gira però col freno tirato, non dovendo fare l’imbonitore.Purtroppo per lui, non ha il potere di disciplinare l’ondata delleesternazioni multiple dei ministri e vice-ministri del governo (ed anchequelle del suo capo) e non ha lo spirito del poliziotto. I risultati poi sivedono…
da Pino Granata
Schiavone mi riprende perchè ho detto che la commessa di Carasco è statauccisa dallo slavo di turno. Schiavone ha una parte di ragione, inquanto non avrei dovuto sottolineare il particolare, ma poi i fatti ilgiorno dopo mi dannao ragione. Sabato è uscito un articolo sul Corrieredove si dice che gli spacciatori di droga a Padova sono per il 64%extracomunitari. A Verona il 55%. Che ci piaccia o no, Schiavone i fattisono questi e non è utile , nè giusto nasconderli.Mio figlio è stato duesettimane a Bucarest è quando ha chiesto notizie sulla delinquenza , siè sentito rispondere che in Romania non ci sono più delinquenti , vistoche ormai sono tutti emigrati in Italia.