da Vittorio Grondona – Bologna
Infatti l’Iraq è stato invaso e messo a ferro e fuoco proprio perché non era armato?… O perché invece lo era troppo?… Non penso minimamente che gli americani e gli inglesi abbiano dato il via ad un macello disumano di così grandi dimensioni solo per precauzione. Non si sa mai, un giorno o l’altro l’Iraq potrebbe anche armarsi… Giriamolo come ci pare, ma alla fine dobbiamo rassegnarci a considerare questo ragionamento una scusa idiota. La guerra preventiva la decide solo il coraggioso armato fino ai denti che si crede sicuro di vincere, ma a volte i suoi conti diventano marchesi… Ed allora ecco che con le lacrime agli occhi tutto il mondo si trova costretto a contare un’infinità di vittime dell’arroganza e dell’interesse. Caro signor Virgilio Mancini, chissà dove sta di casa la verità!… Di fronte a certe potenze armarsi conta ben poco. Le armi avrebbero un senso solo nel caso in cui fossero mondialmente equilibrate, ma in quel caso diventerebbero di fatto anche universalmente inutili.
Tristemente hanno iniziato una danza democraticamente macabra per alleviare le sofferenze dell’Unto del Signore al quale sono convenientemente appiccicati per il semplice fatto che da soli sarebbero avvolti nell’oblio più completo e costretti a fare lavori molto meno remunerativi di quelli di parlamentari o di giornalisti. Gli italiani fanno schifo… Io ho paura dei cretini… Io me ne vado in Svizzera… L’Italia che conta ha votato SI… I moderati non vanno a votare per i referendum… Ha vinto l’Italia dei pannoloni… Decrepita Italietta… Al Sud non ci hanno capito… E via di seguito. Nessuna autocritica se non la scusa di non essere stati capiti dal Sud. Non hanno in proposito nemmeno la furbizia di usare quella bellissima espressione diplomatica, peraltro molto gradita nel meridione d’Italia, che consiste nell’umile frase: non siamo stati in grado di spiegarci. E i quattro saggi costituzionalisti per caso, che fine hanno fatto? Se Andrea Pastore (Fi), Francesco D’Onofrio (Udc), Roberto Calderoli (Lega), Domenico Nania (An). avessero almeno un po’ di amor proprio dovrebbero restituire agli italiani tutti i soldi che hanno percepito per il notevole tempo perso nella baita di Lorenzago a fare cose inutili, non richieste, visto i risultati, nemmeno dai loro elettori.
Alessandro Robecchi (da Paola Bensi)
Altro che banalità del male! Qui siamo alla banalità del pene. E per le coordinate di oggi, per sapere esattamente dove siamo, a che punto del triste cammino, bastano i giornali dell’ultima settimana. Non c’è da far fatica, un piccolo taglia e incolla e il gioco è fatto, oplà, eccovi servito il punto sulla famosa liberazione della donna. Volete i pacs? Le quote rosa? Le pari opportunità o anche (come aperitivo) la pari dignità? Ho la sensazione che sia come scalare gli ottomila, ma partendo dal fondo delmare, però. Riassumiamo la situazione alla luce di alcune parole dette, scritte e stampate. «Donnine», e siamo in pieno ‘800. «Squinzie» e «sgallettate», e siamo al contemporaneo con venature anni ’80, all’incrocio tra i divani della Farnesina e Drive-in. «Puttane», «troie », un classico di tutti i tempi. «Zoccole » (più raro). Un plauso al re che si pregia di usare l’antico e dialettale «puchiacca» (trad: fica). Naturalmente ci sono poi attributi, giudizi e qualità. Una era «uno scorfano» (cfr. i verbali di sua maestà). Un’altra era brava in quanto «porcella» (cfr. i gentiluomini di An). Poi c’era quella piccolina, ma «compatta, come la Smart» (ibidem). Come funziona con le ragazze ce lo spiega ancora il re: «Si paga e chiuso. E’ come andare al cinema». Ineccepibile. A volte però non si paga nemmeno,e su quelle che si lamentano di aver dato senza aver ricevuto si fa pesante sarcasmo: «Così imparano a far le attrici invece delle commesse». La finirei qui con il campionario (ma si potrebbe continuare per ore), mi pare che basti. Mi pare che per descrivere un certo machismo puttaniere del potere ce ne sia a sufficienza. Seguono appelli alla moralizzazione e gli immancabili «io l’avevo detto ». E potrebbe anche suonare rassicurante attribuire alla destra simili comportamenti, constatare che il dna è quello, e tanto basta. Oppure dire, come hanno fatto in molti, che con la barbarie delle intercettazioni «si rovinano le famiglie», mentre a zompare addosso alle ragazze, al massimo si rovina il divano. Pure rimane, al fondo, l’antica «questione femminile», dato che certi maschi attualmente ai domiciliari aspettano la liberazione, è bene ricordare che di altre liberazioni abbiamo bisogno. Quella della donna, per dirne una. Frase dal suono antico, d’accordo. Ma perché, la banalità del pene sarebbe moderna?
Basta un rigorino che forse non c’era, concesso al limite dei tempi di recupero; uno sguardo zoomato alla per un pugno di dollari; una relativamente facile trasformazione in goal, e subito ridiventi un dio e riscatti in un solo istante tutte le negatività passate. Puoi ciucciarti in pubblico tranquillamente il pollicione; per te ci saranno a disposizione tonnellate di pagine dei giornali; trasmetteranno all’infinito la tua performance; consumeranno per te miliardi di parole fritte e rifritte fino alla noia estrema… A volte credo proprio di essere un tipo fuori dalla norma: come mai queste cose non riescono ad emozionarmi? Purtroppo in queste occasioni che troverei perfino normale lasciarsi andare, sento sempre dentro al mio cervello un’insistente vocina che mi sconsiglia di perdere la testa per niente.
da Maria Carla Ottaiano
Gentile Sabelli Fioretti,sono una sua affezionata lettrice (nonchè una sua collega, nonchè una sua vicina di casa in quel di Bracciano) ed attendo ogni settimana l’uscita di Magazine quasi esclusivamente per poter leggere la sua nuova intervista.Recentemente, nel box riservato al dietro le quinte del suo, ribadisco, apprezzabilissimo (suppongo anche di molto divertente) lavoro di infaticabile intervistatore, mi ha gelato una sua affermazione riguardo Francesco Totti, da lei definito “l’uomo che sputa agli avversari”.Premetto che sono nata e vivo a Roma, ho simpatie per l’omonima squadra ed il suo capitano, ma non sono certo quella che si può definire una tifosa.Ciò chiarito, la sua affermazione mi ha indignata a tal punto da doverle scrivere. Chiudere un calciatore come Totti – che oggi, 27 giugno 2006, mi tocca per contraltare definire “l’uomo che ci ha salvato il c..o da un’anticipata quanto vergognosa squalifica al mondiale” – dentro quel suo inciso è più o meno come se io beccando lei con le dita nel naso la definissi “l’uomo che si infila le dita nel naso”. Ingeneroso e mistificante come minimo, non trova?E allora, restando dalle parti della mia città, quella sua affermazione ha il netto sapore di una malcelata “rosicata” per non aver ottenuto l’agognata intervista!Acc! Sabelli Fioretti, che caduta di stile! Se fossimo su un campo di calcio, a mio parere meriterebbe l’espulsione!Allora facciamo così: Totti sputa, lei scrive str…..e, uno pari la palla al centro!La saluto Sabelli Fioretti se mai avrà avuto la grazia di arrivare sin qui!
E’ incredibile come il tifo, leggero o pesante che sia, porti ad abbassare i livelli del raziocinio. Sputare su un avversario non è un accidente. Se uno lo fa è perché pensa che si possa fare. (csf)
da Alberto Arienti
Io volevo solo parlare dell’anacronismo di uno specifico esame ed ioricevuto risposte sui massimi sistemi. Sempre così a sinistra, chiedi dov’èla fermata del tram e ti parlano della crisi della viabilità.
da Virgilio Mancini
Lidia Menapace non ha solo affermato che le Frecce sono uno spreco, ma hafatto delle considerazioni più generali sulla vita militare che a mio avvisosono offensive nei confronti di chi indossa una divisa, per non parlaredella sciocchezza del “paese disarmato” di cui ho detto prima. Non ho nullacontro una romantica utopista, ma ora che il centrosinistra è al governo, acosa servono queste dichiarazioni? A causa di esse non è riuscita nemmeno adottenere la presidenza della Commissione Difesa al Senato. Ma al di là diquesto, mentre la maggioranza dei cittadini italiani ha molto a cuore iltema della pace, solo un’ esigua minoranza condivide questi eccessi.(…)
da Pier Franco Schiavone
Vince un NO dal forte sapore antifederale e Ceratti mostra simpatie secessioniste (chissá come sará contento Di Pietro). Sarebbe il caso di fargli notare che la storia d’Italia non si liquida nel modo in cui ha fatto, se avesse scritto una cosa seria. Sarei anche curioso di sapere se auspica ulteriori influenze straniere (a parte gli USA che i monumenti li abbattono a cannonate) come nell’Italia pre-unitaria. Quella austro ungarica é un pó difficile da ricreare, un pó pi? semplice la Spagnola. Quanto al papa c’? ancora, potrebbe costruire tante belle cattedrali in pi? coi soldi delle decime estorte nelle Terre del Sacramento. Mancherebbero, forse, i mecenati. Ma per favore! Vorrei che ricordassimo tutti, una buona volta, che un Paese si federa quando ? diviso non quando ? unito. (…)
da Silvia Palombi
Ce l’abbiamo fatta perche’ il vecchio zio Karl ha sempre ragione: uniti si vince diceva e noi ci siamo dati da fare in tanti. Io mi sono autoprodotta un volantino e sono andata a volantinare al mercato di via San Marco a Milano (come andare da Bulgari), in mezzo a sciure e sciuri che guardavano tra l’inorridito e il timoroso il foglio bello pulito che chiedevo il permesso di dar loro. E pensare che ho un aspetto decoroso, sono pulita, le perle della mia mamma al collo. “No no” dicevano scansandomi, alcuni persino vagamente schifati. E NO NO e’ stato! perche’ ogni tanto anche la giustizia guarda in basso! E adesso la destra si interroghi pure e qualcuno vada in pensione, per la nostra salvezza (ma non in Svizzera, perche’ dovremmo inimicarcela?) e soprattutto il governo si tiri su le maniche. Grazie e Buona Costituzione a tutti.
da Claudio Urbani, Roma
Senza se e senza ma.